Una recensione breve di un romanzo anticonformista
«Non li ho mai visti uscire a piedi, né da soli, né di conserva…si avventurano fuori di casa solo motorizzati…». Questo capita in una strana famiglia di rue de Grenelle che abita in un palazzo austero. Nel cortile c’è quella che si potrebbe definire la vera protagonista del romanzo, ossia una vecchia Fiat 500. Nell’abitacolo spesso si trovano tutti assiepati, ognuno diverso dall’altro. Un libro affascinante di un giornalista famoso, Christophe Boltanski, (“Il nascondiglio”, Sellerio, 277 pag., 16 euro). Le varie vicende generazionali sono scandite dall’anticonformismo, dalla nevrosi e da abitudini bizzarre. In casa tutto è catalogato. Domina un marcato parossismo: «Avevamo paura di tutto, di niente, degli altri, di noi stessi. Del cibo avariato. Delle uova marce. Delle folle e dei loro pregiudizi, dei loro odii, delle loro bramosie. Delle malattie…degli incidenti…dei moduli ufficiali…delle noie ingannevoli…del bianco che presuppone il nero…delle persone oneste…delle persone oneste che, a seconda delle circostanze, possono trasformarsi in criminali…». La narrazione di Boltanski, linguisticamente finissima e originale, non è (soltanto) il frullato di paranoie, semmai é un continuo aggancio a esistenze specifiche, ciascuna delle quali contiene in sé un proprio passato.
di Pier Mario Fasanotti