La vicenda dei bonus, almeno nel modo in cui sono stati impostati, volge, è il caso di dire, finalmente al termine.
Non è in discussione il significato dei bonus, un modo come un altro di veicolare sussidi e aiuti verso una parte dell’economia, quanto le modalità di applicazione.
Una storia tipicamente all’italiana: varati in tutta urgenza, in un’atmosfera di dilettantismo e pressapochismo con un intento spiccatamente propagandistico: basti pensare all’aliquota del 110% che sembrava fatta apposta per solleticare gli inquilini: mi rifaccio la casa e ci guadagno anche qualcosa…
Basti pensare alla possibilità di ottenere un credito d’imposta presentando e mettendo nel cassetto fiscale semplicemente una fattura di una ditta qualsiasi che dichiarava di aver fatto i lavori: un’autentica manna per truffe, fatture false e tutto quel campionario di trucchi in cui siamo purtroppo maestri.
Ma erano inevitabili e prevedibili anche tutta una serie di conseguenze puramente economiche quali:
- il rincaro delle materie prime sottoposte a un improvviso aumento della richiesta
- la nascita di una miriade di imprese poco professionali dovuta alla necessità di aprire al più presto i cantieri
- l’assunzione di tutta una mano d’opera scarsamente se non per nulla qualificata dovuta a una richiesta improvvisa quanto massiccia: non si improvvisano operai qualificati in pochi mesi
- l’aumento, per le stesse ragioni del lavoro nero e degli infortuni sul lavoro
- il mancato controllo delle spese da parte dei committenti: perché devo dannarmi a controllare spese e preventivi se poi paga tutto lo Stato?
- Lavori eseguiti male e in fretta proprio perché il tutto era sottoposto a uno stretto vincolo temporale
- Un più che prevedibile ingolfamento nella cessione dei crediti dovuto anche qui all’improvviso e inatteso aumento delle richieste che portava alla difficoltà di controllare e verificare la loro bontà: le banche hanno chiuso i cordoni della borsa prima di trovarsi piene di credi fasulli o quantomeno inesigibili.
Risultato finale: un deficit colossale (83 miliardi in continuo aumento) non prevedibile e senza coperture finanziarie. Bene ha illustrato il ministro dell’Economia: 2000 euro a testa per ogni italiano.
Una prova ulteriore di come iniziative anche utili e positive divengano dei fallimenti quando si realizzano senza un progetto chiaro e serio ma con sole finalità propagandistiche ed elettorali.
di Angelo Gazzaniga