Ma quando i sindacati capiranno che i tempi sono cambiati?
Gentile Signora, gentili Signori,
chi critica sindacalisti e sindacati rischia, come è successo spesso in passato, di essere bollato come negatore dei diritti sindacali, come nemico dei lavoratori, ma le disfunzioni del sindacalismo italiano sono troppo palesi, specie se confrontate con il funzionamento di altri sindacati europei, per non sollevare l’argomento.
Non vi rendete forse conto di essere i massimi esponenti di una oligarchia di funzionari sindacali che si coopta al potere e per la cui elezione i lavoratori iscritti hanno ben poco peso. Lavoratori iscritti che non vengono consultati per tante vostre decisioni, forse anche perché la vostra struttura decisionale, che è meno democratica di quella della confindustria e di altri sindacati europei, non lo consente. Con la conseguenza che operate e decidete, di fatto, nel vostro mondo chiuso senza rendervi conto che tante vostre decisioni, tra cui la vecchia liturgia di scioperi inutili e dannosi proprio per i lavoratori oltre che per l’economia del paese, sono relitti di un passato che non esiste più. Si assiste a vostre dimostrazioni con trombette e petardi che non risolvono nulla, che costano molto alla comunità per blocchi alla circolazione, per forze dell’ordine, eccetera, ma che non vi danno prestigio, quando sindacati di altri paesi senza trombette e petardi sono presenti anche in vertici aziendali.
Simili comportamenti erano, se non accettabili, comprensibili quando eravate la cinghia di trasmissione di partiti, ma ora che non lo siete più dovreste prendere atto che la difesa dell’interesse e della dignità dei lavoratori è un compito di alta responsabilità anche nei confronti di tutto il paese. Interesse e dignità dei lavoratori che sono assoluti e non variano a seconda del colore politico di questo o quel sindacato al quale sono iscritti.
Ed a questo proposito, che gesto sublime ed utile al paese sarebbe il fondervi in un unico sindacato. Compito certo difficile, lungo e gravoso, che vi impegnerebbe molto, ma poco male se per questo non avrete più il tempo di mettere becco su tante situazioni e problematiche che non vi competono e sulle quali invece vi fate sentire spesso.
E la fusione sarebbe anche l’occasione per rendere noto, senza remore e con la dovuta attenzione mediatica, il vostro ingente patrimonio sul quale mantenete troppo riserbo, visto che di fatto appartiene ai lavoratori iscritti che apprezzerebbero, come tutti i cittadini, un dettagliato resoconto annuale di patrimonio immobiliare, di partecipazioni e di conto economico della gestione. Patrimonio che, sin tanto che non sarà divulgato, è comprensibile dia adito a qualche sospetto sulla sua utilizzazione.
Chi conosce la realtà di altre democrazie si rende conto che nel Bel Paese ci sono troppe strutture e mentalità barocche ed antiquate, come i vostri sindacati, che costano alla comunità e frenano lo sviluppo, ma che possono essere migliorate, modernizzate, rese attuali. Basta volerlo.
Avete la possibilità di passare alla storia se farete qualche passo come quelli sopra ipotizzati.
Ettore Falconieri