Caro papa, le 11 preghiere che ti rivolgo non saranno politicamente corrette (spero che questo poco importi) e nemmeno del tutto rispettose. Ma, nella speranza che la sincerità conti per te più della forma, eccole.
I Non restartene in Vaticano, né in luoghi protetti. Non far mancare la tua presenza, come diceva una vecchia pubblicità del rum, “nei peggiori bar di Caracas”. Se le forze te lo consentiranno, vai a pregare in deserti e foreste, favelas e bidonville. E una volta l’anno, anche se i funzionari vaticani non saranno d’accordo, raccogliti da solo in qualche luogo fuori mano, come il Gabon, o gli Emirati Arabi, o la Polinesia.
II Non parlare mai di politica, a differenza di arcivescovi, cardinali, presidenti di Conferenze Episcopali, preti sia illustri che umili: pensa che ogni tua parola politica spegnerà in media la fede di almeno dieci persone, scandalizzate da una Chiesa che tradisce la sua missione ultraterrena.
III Non rinunciare a difendere i principi non negoziabili del diritto naturale: la vita, la famiglia, la proprietà, la libertà di scelta.
IV Non sacrificare mai la libertà di nessuno, individuo o popolo, in base ai princìpi del realismo e della diplomazia.
V Benedici gli operatori di pace, ma ricorda ai nemici della pace che devono aspettarsi la reazione dei giusti.
VI Abolisci le sfilate narcisistiche di pavoni, politici o intellettuali o artisti, del tipo di quelle messe in scena nel “Cortile dei Gentili”.
VII Ricorda a tutti che l’intento del Cristianesimo non è “creare un clima utile al dialogo”, ma convertire l’umanità – compresi atei, ebrei, pagani, buddisti, musulmani e qualunque altro – alla fede in una vita eterna.
VIII Lascia perdere i tweet, i social network, le community virtuali e tutti gli altri luoghi dello scriversi addosso. Dedica il tuo tempo sempre e soltanto alle singole persone.
IX Non leggere gli scritti colti e raffinati degli intellettuali cattolici con o senza tonaca.
X Fai sapere ai preti progressisti che lodare gli spinelli, gli amori gay e i noTav fa male alla Chiesa, e che dovrebbero smettere.
XI Parla senza pudore di fede speranza e carità, e di tutto quel che ci aspetta quando non saremo più su questa terra.
Gaston Beuk