È una domanda retorica, ma non del tutto.
Perché la situazione dell’§Europa attuale ricorda da vicino quella dell’Italia del Rinascimento.
Un Paese che era il simbolo di quanto di buono e bello c’era nel mondo occidentale di allora: cultura diffusa e raffinatissima, ricchezza e splendore delle corti, sistema finanziario che tutti ci invidiavano, una Chiesa al vertice del potere e dello sfarzo; eppure tutto questo era minato dall’incapacità di corti e città di trovare un qualsivoglia equilibrio politico. Ognuno cercava di conquistare qualche piccolo brandello di territorio facendo e disfacendo alleanze, lottando con i vicini.
Finché arrivò il 1494: il re di Francia, Paese immensamente più grande e organizzato dal punto di vista politico e militare, Carlo VIII decise di venire in Italia e di conquistarla.
Fu chiamata “la guerra del gesso” perché la maggiore fatica delle truppe francesi fu quella di segnare con il gesso le porte delle case da occupare: i vari staterelli italiani non riuscirono a opporre la minima resistenza.
Non c’è dubbio che l’Europa abbia una cultura superiore all’America, una tradizione di democrazia e di rispetto dei diritti umani superiore alla Cina, eppure sta correndo il rischio di fare la fine di quell’Italia: vinta e sottomessa per tre secoli grazie alle sue divisioni e alle ostilità interne.
Oppure, se vogliamo prendere un altro esempio, fare come i capponi di Renzo che, mentre venivano portati al macello, si beccavano tra loro.
Europa è or di svegliarsi dal sonno dell’autocompiacimento e delle piccole beghe interne!
di Libertates