La Certezza del diritto, tanto importante per una società democratica e liberale e tanto dimenticata in Italia
La certezza del diritto, di ciò che si può e non si può fare, di ciò che è lecito e di ciò che è vietato, è uno degli elementi che caratterizzano lo stato moderno; tutti sono (o dovrebbero) essere soggetti allo stesso modo alla stessa legge. “La legge è uguale per tutti” campeggia in ogni aula di tribunale: quale differenza rispetto ai tempi dei “Promessi Sposi” quando l’Innominato e i suoi bravi erano al di fuori se non al di sopra della legge.
Ebbene questa certezza del diritto sembra sempre meno di attualità in Italia.
Lo vediamo in uno dei tanti episodi occorsi in questi ultimi giorni: lo sgombero del palazzo di piazza Indipendenza a Roma:
– Questo palazzo era occupato da quattro anni e da due era stato decretato lo sgombero dal Tribunale di Roma. Nulla era stato fatto per tutto questo tempo in spregio al diritto dei proprietari di venirne in possesso.
– Durante lo sgombero ci sono stati incitamenti alla violenza da parte di funzionari di polizia, che dovrebbero rappresentare la legalità e il diritto.
– Per calmare le acque si è proposta da parte del governo una soluzione solo apparentemente equa: ci saranno sgomberi solo se sarà garantito un alloggio agli occupanti. Tutti dovrebbe avere diritto a un alloggio decente, non solo coloro che occupano abusivamente una casa: altrimenti vige la regola che ci occupa abusivamente ha più chances di chi aspetta (magari da anni) un alloggio.
– Si è poi scoperto (ma tutti lo intuivano già) che all’interno di questo stabile vigeva una sorta di legge parallela: chi alloggiava doveva pagare e obbedire al racket che controllava il tutto.
Un esempio di più per comprendere come la certezza del diritto sia fondamentale per garantire la convivenza e i rapporti tra cittadini all’interno di uno Stato; occorre sempre e comunque rispettare e far rispettare la legge esistente: se la legge non funziona o non piace esistono i mezzi per cambiarla. Altrimenti finisce per prevalere la legge del più forte (o del più furbo o del più criminale).
di Angelo Gazzaniga