Saranno i primi effetti della “dottrina Trump” di riavvicinamento alla Russia di Putin?
Nel Donbass si torna a combattere e gli Stati Uniti. «profondamente preoccupati» della ripresa delle violenze nelle regioni orientali e separatiste ucraine, chiedono un immediato cessate il fuoco. «Gli scontri hanno causato la morte di decine di militari ucraini e di dieci civili e hanno lasciato 17.000 civili, inclusi 2500 bambini, senza acqua e elettricità», ha riferito il portavoce del dipartimento di stato americano, Mark Toner. Dipartimento di stato dove è ancora in corso la fase di transizione e lavorano alcuni dei membri dello staff di John Kerry perché la nomina di Rex Tillerson, l’uomo scelto dal presidente Trump, è tra quelle la cui ratifica da parte del senato non è ancora stata completata. Gli scontri degli ultimi giorni a Avdiivka tra ribelli separatisti ed esercito ucraino vicino Donetsk, sono una «lampante violazione» degli accordi di Minsk sulla tregua, legati alle sanzioni inflitte dai 28 paesi dell’Ue a Mosca. L’Unione europea ricorda che il «pieno rispetto della tregua è cruciale per l’applicazione degli accordi di Minsk, che sono la base per la pacifica e sostenibile risoluzione del conflitto».
Resta da vedere se il nuovo presidente Trump, tutto preso dalla lotta all’islam radicale e ai clandestini, troverà il tempo di aggiornarsi su quel che sta succedendo, lontano dai riflettori, ai confini occidentali della Russia e a quelli orientali dell’Europa.
di Gaston Beuk