In questi momenti di crisi l’Austria si erge, assieme a Germania e Olanda, a custode della serietà dei principi da adottare nei confronti degli altri Paesi della UE e ad esempio di comportamento virtuoso.
Come esempio di questo comportamento possiamo prendere il caso del paesino di Ischgl: lo scorso 29 febbraio ben un migliaio di turisti nordici che erano stati nel paesino tirolese risultarono infettati (ad esempio ben 491 dei 1198 infettati della Norvegia erano stati a sciare a Ischgl).
Eppure per ben una settimana le autorità tirolesi con un’arroganza e un cinismo senza pari dichiaravano: “Dal punto di vista medico – dichiarava infatti il direttore sanitario del Land, Franz Katzgraber – non è verosimile che il Tirolo sia stato focolaio di infezione”.
Soltano il 7 marzo (dopo una settimana!) ammisero la possibilità di fronte all’evidenza.
Ma passarono ancora tre giorni prima che il bar focolaio del contagio fosse chiuso e cionostante tutto il resto rimaneva aperto.
Il tutto perché non si poteva compromettere la stagione sciistica: che si ammalassero pure, ma che continuassero a portare soldi…
Nel frattempo l’Austria chiudeva la frontiera del Brennero per evitare di essere contagiata dall’Italia…
È proprio il caso di dire: con che faccia!
di Guidoriccio da Fogliano