Dopo essere stata proposta, fallita, bocciata ecco che riappare la tassa sugli extra profitti bancari.
È evidentemente un cavallo di battaglia di populisti e statalisti: chec c’è di meglio che apparire ai propri elettori come un novello Robin Hood che toglie ai ricchi (in questo caso le banche) per dare ai poveri (i cittadini) o costringere chi ha guadagnato troppo a pagare più tasse?
Ma è un’operazione iniqua e inefficiente perché:
- Colpisce solo alcuni settori e non altri: perché non le imprese petrolifere (che hanno fatto profitti giganteschi con la guerra in Ucraina) oppure i giganti dell’informatica (Google paga in Europa tasse per il 0,05% dei propri utili)? È un atteggiamento distorsivo del mercato in quanto si colpiscono alcuni settori e non altri.
- È retroattiva. Questo significa essere contrari al principio generale che ogni tassa e ogni legge ha applicazione dal momento della sua pubblicazione e non a posteriori. Altrimenti come potrebbe un imprenditore pianificare la propria attività se non può sapere quali costi può prevedere?
- Chi stabilisce il livello “giusto” di utile? lo Stato decide sino a che punto il guadagno è lecito e incamera (almeno parzialmente) quanto lo supera. Finirà per decidere anche quali sono le perdite sopportabili oltre le quali interverrà con sussidi? È la strada per il dirigismo perfetto: spetta allo Stato decidere quanto ognuno può guadagnare.
- Si invoglia ogni imprenditore a ridurre i propri utili: oltre la soglia presumibile di tassazione eccezionale ogni imprenditore cercherà di non andare, riducendo la propria attività o introducendo costi non necessari.
- Per non dire del disincentivo a investire da parte di ditte straniere: perché investire in un Paese in cui non si ha la certezza della tassazione futura? Meglio andare altrove o trovare i mezzi per un’elusione legale.
Una dimostrazione di come il populismo e la morale spicciola siano di ostacolo all’economia e allo sviluppo economico.
Anche perché esiste un sistema semplice, chiaro ed efficace per colpire i grandi redditi: una tassazione progressiva che colpisca in modo sempre più pesante: guadagni tanto, paghi tanto in modo progressivo: all’aumentare degli utili, aumenta l’aliquota applicata. Un modo non distorsivo perché quest’imposta colpirebbe qualsiasi reddito e sarebbe conosciuta anticipatamente.
NB è un sistema da sempre adottato nei paesi scandinavi
di Angelo Gazzaniga