La nostra burocrazia ha inventato un nuovo termine “denegati”. Che significa? Immigrati che, formalmente espulsi, non lo sono materialmente per mancanza di fondi
Dovremmo rendere grazie alla burocrazia italiana e alla sua grande capacità di complicare e rendere incomprensibili anche le situazioni più semplici.
L’ultima scoperta riguarda gli immigrati: secondo quanto suggerisce la logica ci dovrebbero essere tre specie di immigrati: quelli che hanno diritto (e hanno ottenuto) all’asilo politico perché provenienti da zone di guerra; quelli che sono arrivati per sfuggire a fame e povertà e hanno ottenuto il permesso di rimanere in Italia per lavorare; quelli che non sono stati accolti e quindi rinviati al paese di origine. Invece abbiamo ora scoperto che ne esiste una quarta specie: i “denegati”. Sono coloro che sono stati respinti con un “foglio di via” (atto burocratico simile all’espulsione) ma che, per mancanza di fondi, non vengono rimpatriati. Sono quasi 50.000 persone che non hanno alcun diritto di restare in Italia, non vengono rimpatriati e quindi rimangono in una specie di limbo, di “non esistenti” senza alcun diritto di assistenza (se non la carità), senza alcun diritto civile, senza nessuna possibilità di lavoro, senza neppure la possibilità di andare in un altro Paese o di rientrare.
Da dove nasce questa definizione: dal fatto che, pur essendo tutto burocraticamente ineccepibile, non ci solo i soldi per eseguire i rimpatri. Si spera che i migranti abbiano almeno imparato qualcosa dall’Italia: l’arte di arrangiarsi.
È questo il risultato di decenni di mancanza di programmazione e di programmi precisi nel campo dell’immigrazione; si cerca ogni volta di limitare i danni, di arrangiarsi con l’abnegazione di volontari e singoli membri dello Stato. È questa, inoltre, una tattica che ci ha già più volte messo in imbarazzo con gli altri paesi della UE che accusano l’Italia di fare la politica dello struzzo: accogliere i migranti e poi allontanarli almeno formalmente, fingendo di non sapere che questi “denegati” cercheranno poi entrare clandestinamente in qualche altro Paese.
Dato che noi non possiamo e non vogliamo (almeno si spera) erigere muri su ogni spiaggia occorrerebbe affrontare questo problema sempre più grave e probabilmente, almeno a breve, irresolvibile, in modo chiaro e trasparente; accogliere chi ne ha diritto e chi possiamo accogliere degnamente e rinviare al paese d’origine quelli che non possono essere accolti. Senza soluzioni burocraticamente forse ineccepibili e degne del miglior azzeccagarbugli ma che sono umilianti per altri esseri umani e prova della tanto deprecata “astuzia mediterranea” per gli altri Paesi.
di Angelo Gazzaniga