Un film che rievoca la storia della difesa non solo del castello di Rochefort, ma soprattutto della Magna Charta, una delle maggiori conquiste della libertà
“Non ci siamo arresi !”, è il grido finale del giovane protetto fino all’ultimo dal coraggioso solitario Templare Thomas Marshall, interpretato da James Purefoy nel film del 2011 “Ironclad”, di Jonathan English. A quasi settecento anni dalla fine sul rogo dell’ultimo maestro Templare Jacques de Moulay, per efficacia dell’editto papale del 1307-1312, è la storia della “Magna Charta Libertatum” strappata a prezzo di gravi sacrifici nel 1215 dai Baroni e duchi di Aquitania ai Re.
Thomas Marshall, l’altro Templare Beckett e il Barone d’Albany organizzano una difesa disperata del Castello di Rochefort, costruito in posizione strategica per tutelare le vie d’accesso non solo a Londra ma a tutto il Regno. Giovanni Senza Terra, interpretato magistralmente da un ‘teatrale’ Paul Giamatti, rinnega i patti, smentisce la concessione della Magna Charta e, con l’aiuto del Papato, va all’assalto della fortezza: con le armi, con il fuoco, con il tradimento e l’inganno, fa crollare le torri dopo aver escogitato l’estremo attacco, quelli di un branco di maiali, fatti penetrare di notte nel castello e poi arrostiti, perché il fumo costringa a uscire i superstiti, riconquistando il territorio. Ma i Templari, le donne e il ragazzo non si arrendono, replicando colpo su colpo, fin sulle scale dell’ultima torre, dopo aver tentato l’olio bollente, le catapulte e persino l’escursione in campo avverso, di notte, per provvedersi di vettovaglie. Sicché la fortezza è salva, prima ancora che arrivi il soccorso della Francia, promesso via mare. La “ritmicità” del cinema si conquista nel momento culminante, indizio di “catarsi tragica”, come si è notato in “Lone Survivor” e esempi addotti da Kieslowskj, Redford e Eastwood. Ma ora possiamo ricordare il “Perché non sa voler bene!” di Claudia Cardinale in “8 e mezzo” di Federico Fellini; “Orrore, Orrore!”, ripetuto quattro volte dal colonnello Kurz (Marlon Brando) in “Apocalypse Now” come libera reinvenzione di Francis Ford Coppola di “Cuore di Tenebra” di Joseph Conrad; o la frase densa di pathos ( pietà e timore ), “Che effetto fa un figlio skizzato ? ( ‘Donnie Darko’: Jake Gyllenhaal ) – Mamma: “E’ bellissimo”, nell’omonimo film di Richard Kelly con Jena Malone e Drew Barrimore (2001).
Giuseppe Brescia