Due episodi della politica di questi giorni:
- la De Girolamo si dimette dopo una polemica sui suoi metodi di gestione degli enti pubblici perché (dice lei) non è stata difesa da Letta e Alfano. Ma in uno Stato veramente democratico ci si dimette per potersi meglio difendere presso la magistratura o per responsabilità verso i propri elettori che potrebbero sentirsi ingannati
- Fassina si dimette da sottosegretario perché è stato preso in giro da Renzi (l’ormai famoso “Fassina chi?”) e non perché la sua linea politica è diversa da quella della segreteria o perché non condivide certe scelte
Sono questi ulteriori esempi di come la classe politica sia diventata ormai autoreferenziale e chiusa in se stessa. Ci si dimette perché un altro politico non ha mostrato sufficiente stima, non certo perché ci si sente responsabili verso il Paese o i propri elettori:
in questo caso si che si dovrebbe dire “elettori chi?”
Per questi politici il cittadino ideale è uno che ogni tanto va a votare (se va!) scegliendo in base a vaghe promesse, simpatie personali o slogan gridati all’ultimo momento: poi basta! Ognuno per la sua strada: i cittadini a pagare e mugugnare, i politici a gestire in proprio la cosa pubblica…
Solo una democrazia diretta (come da sempre chiedono i Comitati) può riallacciare quel collegamento tra elettori ed eletti che è uno dei fondamenti della politica liberale e della libertà di tutti
Angelo Gazzaniga