Gli ultimi avvenimenti dell’America del Sud visti da sinistra: è tutto un complotto!
Il Governo colombiano e le Farc-ep hanno firmato l’accordo definitivo per la cessazione del conflitto.
- Arrivato a Cuba il primo volo commercialeche inagura la ripresa dei voli regolari tra USA e Cuba dopo una interruzione di oltre 50 anni.
- Destituita la Presidente Dilma Roussef dal Senato con 61 voti, 36 dei quali sono sotto inchiesta per corruzione.
Brasile senza la Roussef
Cominciamo col commentare l’ultimo evento in ordine cronologico, essendo il più grave. Come anticipavo in un articolo precedente, la oligarchia brasiliana, appoggiata da potentati economico-politici esterni, dopo essere stata spodestata 14 anni fa, con la vittoria elettorale di Lula, ha mobilitato capitali enormi e utilizzato le contraddizioni della Costituzione brasiliana per ottenere il suo obiettivo, abolire il governo progressista per ritornare al libero arbitrio del capitale.
Il primo a essere colpito dal “golpe blanco” fu Zelaya in Honduras, seguito da Lugo in Paraguay e adesso e’ toccato alla Presidente del Brasile. E si pensi che non si tratta di posizioni rivoluzionarie alla Chavez, ma di posizioni comparabili a quelle di Renzi, forse un pochino più a sinistra perchè la Roussef si preoccupava della giustizia sociale, mentre Renzi no.
Come ha detto Evo Morales, presidente dello Stato Plurinazionale di Bolivia, mai è stato destituito un presidente di destra per impeachement in latinoamerica, mentre quelli progressisti sono già tre.
Ma naturalmente aveva ragione Pepe Mujica, ex Presidente dell’Uruguay, quando diceva che la Costituzione brasiliana per alcuni aspetti è ridicola.
Dilma Roussef è stata eletta con 54 milioni di voti e dimessa con 61, e scusate se è poco, 36 dei quali sotto inchiesta per corruzione. Se non e’ ridicolo questo!?
E non per delitti sostanziali, né per corruzione, né per malversazione, né per arricchimento illecito, ma semplicemente per irregolarità nella compilazione del bilancio dello Stato, del quale il responsabile è il Ministro delle Finanze o del Tesoro. Ma destituire un Ministro non avrebbe bloccato il Governo Progressista. Mica scemi i potentati internazionali.
A quanto pare alcune Costituzioni sono state manipolate appositamente perché, se spodestati i poteri oligarchici, potesse esserci il modo per farli rientrare dalla finestra.
Altre Costituzioni sono molto più serie. Ad esempio, tra dicembre e febbraio ci sarà il referendum in Venezuela per revocare il Presidente Nicolas Maduro: la Costituzione promulgata da Chavez prevede un referendum popolare, appunto. Ma non solo, se nel referendum i voti per la destituzione risultassero maggioritari, devono essere confrontati con quelli che Maduro ha avuto per essere eletto. Ossia, se la somma dei voti destituenti non supera quelli che ha avuto Maduro quando è stato eletto, non si ha la destituzione. Cosi secondo me la cosa è seria.
Intanto Venezuela, Bolivia, Equador hanno ritirato le rispettive rappresentanze diplomatiche. Lo aveva già fatto il Salvador, mentre Cuba ha fatto un duro comunicato di condanna del Golpe parlamentare, e di appoggio a Lula e Dilma e al PT (Partito de los Trabajadores) che resta sempre il partito di maggioranza relativa.
Ma le conseguenze saranno comunque alquanto disastrose.
In primo luogo si blocca il processo di integrazione regionale promosso con la costituzione della CELAC (Comunita’ degli Stati LatinoAmericani e Caraibici), fondata da Kirchner, Chavez e Lula, respingendo la proposta di Bush dell’ALCA (All. di Libero Commercio delle Americhe).
In secondo luogo si blocca anche l’attivita’ del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) con Lula tra i fondatori, che stavano promuevendo una Banca del gruppo in alternativa a quella Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale.
In terzo luogo si blocca pure la proposta di fare del Brasile il sesto componente permanente del Consiglio di Sicurezza del ONU, con eventualmente il settimo al Sudafrica. Nessuno più appoggerà i golpisti.
Come si può dedurre, troppo era in gioco, perché i potentati internazionali lasciassero passare tutto senza intervenire. Resta un blocco regionale piu duro da abbattere, l’Alba-tcp, fondato da Chavez e Fidel, che comprende oltre a Cuba e Venezuela, Bolivia, Equador, Nicaragua, Salvador e varie Isole Stato dei Caraibi. Ci stanno provando col Venezuela.
Un’ultima cosa va segnalata, che gli assopiti Movimenti antagonisti brasiliani si sono svegiati e si sono ripresi le piazze.
Cuba-Usa, un passo avanti
Altro avvenimento storico è l’arrivo del volo inaugurale nell’ambito della ripresa dei collegamentivoli commerciali tra Stati Uniti e Cuba dopo otre 50 anni di interruzione. L’aereo della JetBlu è atterrato all’aereoporto di Santa Clara ma sono previsti decine di voli settimanali nelle varie città cubane.
Però gli statunitensi non smettono di stupire. I voli sono stati autorizzati, ma siccome l’embargo non permette che i cittadini Usa possano andare a Cuba come turisti, i viaggiatori devono dichiarare altri motivi, culturali, sportivi, scientifici. Le agenzie statunitensi che vendono i soggiorni a Cuba si sono gia’ premunite e al cliente danno un depliant dove sono elencate le categorie ammesse. Valli a capire questi americani.
Va detto che in realtà fin dalla presidenza Carter c’erano voli giornalieri Usa – Cuba, ma li potevano prendere solo i cubano-americani, ossia gli emigrati. Quando ho provato a prederlo io il volo per Miami, perché costava poco, me l’hanno negato.
Dovrebbe essere comunque un passo avanti, quindi adesso stiamo tutti aspettando i dollaroni degli americani.
Colombia in pace
Dopo 54 anni di guerra la Colombia trova il modo di far prevalere la pace. Ci sono voluti 4 anni di colloqui, il dialogo cominciò a La Havana nel 2012, patrocinato da Norvegia e Cuba, appoggiati da Venezuela e Cile, e un incontro tra il Presidente Santos e Timoscenko, nome di battaglia di Timoleon Jimenez, Comandante in capo delle Farc-ep, dopo la morte del leggendario Merulana, finalmente si è arrivati alla firma definitiva.
Il 2 ottobre ci sara’ il referendum popolare, li chiamato plebiscito, e poi la cerimonia ufficiale.
Va detto che gli osservatori sollevano alcuni dubbi, per esempio se saranno sciolti veramente i gruppi paramilitari, che continuano ad ammazzare attivisti dei Diritti Umani, 6 solo nel 2016, ma c’è da sperare che il bicchiere sia mezzo pieno e non mezzo vuoto.
Intanto l’altra formazione guerrigliera, l’EPL, ha fatto gli auguri ai compagni delle Farc ma non condivide l’accordo definitivo. Però sono stati chiamati gli osservatori delle Nazioni Unite a sorvegliare l’adempimento dell’accordo delle due parti. Le Farc-ep (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane-Esercito del Popolo) consegneranno le armi non al Governo ma alla ONU appunto. Si spera che con la fine del conflitto ci sia la possibilità di far uscire dalla estrema povertà settori e popolazioni, tipo quelle della Guajira, che stanno morendo tutti igiorni per indigenza e mancanza di assistenza sanitaria.
Così le cose da queste parti del pianeta, e poi che ognuno tragga le proprie conclusioni.
Giancarlo Guglielmi