L’amministratore delegato di Trenord ora agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta ha rinunciato a tutte le deleghe, ma rimane regolarmente in servizio (anche senza poteri) e soprattutto continua a ricevere lo stipendio di 549.000 euro l’anno.
In uno stato realmente civile qualunque manager responsabile di questi risultati avrebbe sentito il dovere di rassegnare le dimissioni o, per lo meno, avrebbe dovuto essere licenziato per gli errori commessi e per la responsabilità delle decisioni della società.
Ma tutto questo in Italia non succede.
È inoltre interessante ripercorrere la sua carriera di manager.
Socio di una società fallita, amministratore estromesso della Richard Ginori, amministratore delegato di una società del comune di Milano per il cui fallimento è stato arrestato con l’accusa di bancarotta fraudolenta, è stato in questi ultimi anni amministratore della Trenord con i risultati che tutti abbiamo visto in questi giorni…
Tutto ciò dimostra come in Italia per fare il manager di successo (specie se pubblico) non occorra essere capace, onesto, esperto: occorre essere fedele e connivente ai desideri dei capi, pronto ai compromessi con gli amici della politica, appartenere a una gruppo o fazione vincente…
Ma cosa fare?: solo assegnando ai cittadini il potere di controllare e valutare l’operato di coloro a cui è affidata la gestione delle imprese pubbliche e la responsabilità di coloro che li hanno nominati e lasciati al loro posto si potrà risolvere (almeno in parte) questo problema: tutto ciò con un vero federalismo fiscale (vedi il nostro “Contro gli stato sauri”).
Angelo Gazzaniga