Sussidiarietà o assistenzialismo: occorre fare chiarezza
In questi tempi, pur sommerso dalla campagna elettorale, è riaffiorato il problema del Comune di Catania.
Già fallito una decina di anni fa e salvato dal governo Berlusconi con un’apposita legge (grazie alla quale i debiti furono accollati allo Stato, cioè a tutti i cittadini) ora il Comune si trova in una situazione simile: non ci sono più fondi per pagare i dipendenti e gli stessi servizi fondamentali sono a rischio: la situazione si ripete con una sola variante: sarà un governo giallo-verde e non uno di centro destra a dover intervenire, come dire che, cambiando gli addendi, il risultato non cambia.
Si tratterebbe di un esempio di quel principio di sussidiarietà che si dovrebbe applicare in ogni caso: come il singolo deve aiutare chi è in difficoltà, lo Stato e le Regioni più ricche debbono aiutare chi non ce la fa…
Ma abbiamo usato il condizionale per un ben preciso motivo: in questo caso la sussidiarietà non c’entra, si tratta di puro e semplice assistenzialismo grazie al quale chi è in difficoltà non fa nulla per togliersi d’impaccio e aspetta supinamente l’inevitabile aiuto esterno.
Infatti andando a guardare i conti del comune di Catania si scoprono alcune chicche:
- per la manutenzione di 8 (otto!) cessi pubblici si spendono 900.000 (si, novecentomila!) euro all’anno, manutenzione tenuta da una società partecipata con 400 dipendenti…
- un terzo dei dipendenti del Comune usufruisce di permessi per accudire un parente infermo
- il 60% dei cittadini non paga la TARI. E se ad assi aggiungiamo gli abusivi, quelli non censiti ecc. ecc. vediamo come le spese per la raccolta delle immondizie sono pagate da una piccola minoranza
Ecco dunque il perché al ripianamento del debito (necessario, altrimenti si bloccherebbero servizi essenziali) deve essere affiancato un provvedimento altrettanto essenziale: commissariare tutta le gestione del comune e delle partecipate non per qualche mese, ma finché i conti non tornino in ordine e garantiscano la sostenibilità della gestione.
Così andrebbe intesa la sussidiarietà: non solo ripianare i debiti, ma mettere sulla retta via la gestione, altrimenti siamo nel campo dell’assistenzialismo e della cattiva gestione delle risorse.
Certo, in questo modo si ridurrebbero i diritti dei cittadini, ma questi diritti bisogna anche meritarseli.
di Angelo Gazzaniga