Che l’Italia sia il paese dei condoni e dei bonus è ormai risaputo, ma ogni giorno ne spunta uno nuovo.
È di questi giorni il decreto legge Agosto in cui l’articolo 100 concede un sostanzioso condono ai gestori degli stabilimenti balneari: se non hanno pagato il canone basta che paghino il 30% del dovuto oppure il 60% in 6 comode rate annuali. Ciliegina sulla torta l’esenzione della seconda rata dell’IMU (all’art 78).
Un bel regalino, non c’è che dire, per questi signori che hanno già usufruito della proroga per quindici anni delle concessioni, nonostante una legge europea (la Bolkestein) e l’interesse dello Stato, aggiungiamo noi, prescrivessero di rilasciare una concessione demaniale solo dopo una gara pubblica.
Andrebbe anche aggiunto che questi concessionari pagano, o meglio dovrebbero pagare, delle cifre che definire irrisorie è ancora poco. Ad esempio una regione come il Lazio incassa per 63 chilometri di spiagge date in concessione 10,3 milioni: in pratica circa 3 euro per metro quadrato!
Ma perché succede tutto questo: in particolare perché i gestori sono ben rappresentati nella classe politica (basti pensare al proprietario del Papeete tanto caro a Salvini che è europarlamentare) e in generale perché questi gestori hanno ricche rendite di posizione che permettono loro di influenzare pesantemente la politica locale di qualsiasi partito essa sia.
Un esempio questo di un comportamento (in piccolo) simile a quello delle concessioni autostradali ove dopo decenni si è scoperto che le concessioni non solo erano totalmente sbilanciate a favore dei concessionari che potevano aumentare i pedaggi senza fare i lavori di manutenzione previsti, ma erano addirittura secretate!
Un comportamento, questo, che danneggia tutti i cittadini che non solo si trovano a pagare al posto di coloro che ricavano un utile dall’utilizzo di beni pubblici praticamente gratis, ma che non riescono neppure a veder applicate leggi chiare e inequivocabili: troppo forti gli interessi dei singoli politici.
Occorrono, come chiede da sempre Libertates, leggi semplici, chiare, comprensibili da tutti così che ogni cittadino possa giudicare, e nel caso condannare, queste manovre a favore di un sottobosco politico che si nutre di intrallazzi e favoritismi di tipo mafioso.
di Angelo Gazzaniga