Il Comune di Milano ha istituito la “congestion charge”. E’ la prima in Italia, ma certo non la prima in Europa: una “tassa” che ha avuto particolare successo nei Paesi nordici.
A parte le considerazioni tecniche, noi dei Comitati vorremmo fare notare come il modo con cui viene applicata rispecchi la diversa concezione vigente in Italia nel rapporto tra Stato e cittadini.
Nei Paesi nordici (ci riferiamo specificatamente all’esempio norvegese: questa tassa è stata introdotta oltre quindici anni fa sia a Oslo sia a Bergen) la “congestion charge” viene applicata a tutto il territorio comunale, viene pagata indistintamente da tutti, ma soprattutto ha uno scopo ben definito (a Oslo la costruzione di una rete di autostrade urbane e parcheggi sotterranei per rendere il più possibile indipendente la circolazione delle auto da quella dei pedoni) ed è stata approvata con un referendum.
Qui da noi nasce “all’italiana”:
– c’è stato sì un referendum con cui i cittadini hanno approvato la proposta di provvedimenti per ridurre l’inquinamento, ma non è stata sottoposta ai cittadini nessuna opzione relativa al tipo, all’estensione e all’importo di questa tassa
– non è stato indicato nessuno scopo da raggiungere con i fondi raccolti in questa maniera
– non è previsto nessun bilancio separato relativo alla gestione di questi fondi
Procedendo in questa maniera nasce il sospetto che scopo ultimo di questo provvedimento (anche condivisibile nelle sue linee di principio) sia fondamentalmente quello di far cassa: raccogliere soldi per tappare i buchi del bilancio comunale, far fronte ai costi delle laute consulenze affidate agli amici degli amici, alle liquidazioni d’oro dei dirigenti (basti pensare alla liquidazione milionaria del presidente dell’ATM), ai tanti sprechi e inefficienze della macchina comunale.
Per avere una vera democrazia diretta, perché anche i milanesi (come nei Paesi nordici) siano sempre più cittadini e sempre meno sudditi, sarebbe stato necessario:
– un referendum dove si indichino chiaramente costi, fini e modalità di questo provvedimento
– gli scopi di questa tassa
– un piano per l’utilizzo dei fondi così raccolti: ad esempio più metropolitane, più servizi pubblici
– una contabilità separata con indicati chiaramente incassi, costi e utilizzazione dei proventi di questa tassa
– un bilancio di quanto realizzato grazie a questi provvedimenti
Cose in apparenza molto semplici e banali: ma che sono uno spartiacque tra essere cittadini (come nei paesi nordici) e sudditi (come troppo spesso capita qui da noi)
Angelo Gazzaniga
Portavoce dei Comitati per le Libertà