A margine della vicenda di cui hanno trattato tutti i giornali: più di 1000 vigili urbani di Roma su un totale di 6000 sono inidonei al servizio grazie a certificati medici che sembrano provenire dal regno dell’assurdo (dall’impossibilità di reggere un cappello di qualsivoglia specie all’allergia verso le divise, ecc.) ci sarebbero da fare alcune considerazioni:
- il silenzio totale del Comune di Roma. Ma perché? Il rappresentante dei cittadini che sono i veri danneggiati da tutto questo perché pagano le tasse per avere un servizio e non per mantenere dei fannulloni avrebbe l’obbligo di intervenire in qualità di datore di lavoro e responsabile del servizio. Come fece del resto Marino quando denunciò gli assenteisti del Capodanno. A proposito che fine hanno fatto quelle denunce?
- La posizione assunta dai sindacati che all’unisono hanno difeso a spada tratta non gli interessi di tutti i lavoratori che perdono ore di lavoro grazie al caos dovuto anche alla mancanza di vigili in strada, ma proprio coloro che danno un esempio tanto negativo con la giustificazione che in questo modo si viola la privacy dei vigili. Una giustificazione che fa il pari con le prescrizioni dei vigili…
- Anche l’Ordine dei Medici ha brillato per la sua assenza: sempre pronto a difendere i privilegi si è ben guardato da prendere provvedimenti o per lo meno stigmatizzare il comportamento di quei medici che non sono solo conniventi ma anche partecipi della truffa
È perciò importante non solo colpire questi episodi di truffa (perché di quello si tratta per chi riceve un compenso in cambio di una prestazione non effettuata non per impossibilità ma per volontà di non darla) ma stigmatizzare e denunciare questi comportamenti degli enti incaricati di controllare e gestire.
Altrimenti corriamo il rischio di accettare il lassismo e il “menefreghismo”
di Angelo Gazzaniga