Tanto retorica non è e richiede risposta.
Ve ne propongo una: superare il limite stabilito dalle regole commerciali.
Sono quelle che determinano i confini. Le regole commerciali sono parte delle regole di convivenza. Sono gli accordi fra noi Cittadini. Se poi «fatta la regola trovato l’inganno» allora c’è corruzione che è (come diceva Cipolla) togliere agli altri per proprio beneficio.
Temo che la leva moralistica dell’eliminare la corruzione prima di darsi una buona gestione, sia più una speranza religiosa che un modo per vivere meglio. Come si può eliminare la corruzione senza ciò che gli americani chiamano «law enforcement», cioè rispetto delle regole (dei contratti)?
Forse esiste una morale cosmica uguale per tutti, ma a guardarmi intorno vedo tante morali diverse e non sempre convergenti. Le regole di convivenza sono invece chiare e aiutano la convivenza pacifica e costruttiva.
Le regole di convivenza possono anche essere chiamate «istituzioni».
Diversi economisti ritengono che una delle leve fondamentali (sono quattro) per una società più equa e prospera sia proprio «la qualità delle istituzioni».
Quelle che moltissimi tentano di distruggere o di modificare a proprio vantaggio personale (rubando agli altri).
Servono buone istituzioni. Imperfette e in evoluzione, ma sono le regole chiare e semplici che aiutano a vivere meglio. La «morale», sinonimo di cultura, (ripetizione dei comportamenti ritenuti di successo) poi segue.
di Stefano Cianchi. (Bussola Italia)