È ormai evidente che quello dei vaccini sarà uno dei campi di maggior sviluppo negli anni a venire. Occorrerà vaccinarsi contro il Covid e con un’economia sempre più integrata lo scambio non solo di merci e uomini ma anche di nuovi virus sarà all’ordine del giorno.
Vediamo inoltre come tutti i grandi Paesi industriali abbiano un’industria che produce vaccini: tranne l’Italia.
E allora, visto che in Italia non mancano certo né gli scienziati (attualmente sparsi in tutto il mondo) , né capacità tecniche e tradizioni nel campo (basti pensare all’Istituto Sclavo di Siena) perché non creare una fabbrica nazionale di vaccini.
Occorrerebbero (secondo pareri abbastanza concorsi) 2/3 miliardi di euro: neppure le metà di quello che si spende per salvare il Montepaschi e un quarto di quello che si è speso per Alitalia.
Un modo semplice e (relativamente) poco costoso per iniziare un’attività foriera di sviluppi sia nel campo economico che in quello dell’occupazione anziché gettare soldi in attività senza alcun futuro economico.
Ma occorrerebbe una visione lungimirante e liberale del futuro di un’Italia che altrimenti rimarrà sempre legata ai sussidi, ai salvataggi, al piccolo cabotaggio di una politica legata all’immediato e ai propri voti
di Angelo Gazzaniga