Cuba-Usa, tanto rumore per nulla

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La risoluzione ONU sull’embargo a Cuba: tutti favorevoli tranne Israele e USA, astenuti. Il punto di vista di un cubano castrista

Risultato delle votazioni: 191 a favore, nessun contrario e 2 astenuti, Stati Uniti e Israele.
La cosa non sarebbe di nessun rilievo se non fosse che l’Embargo, o il Blocco economico finanziario, come preferisce chiamalo Cuba, è opera loro, non di qualcun altro.
Ma come? Mi dai una mazzata e poi ti astieni? Mi tiri una roccia e poi cerchi di nascondere la mano?
A volte quella che vien definita “la piu’ grande democrazia” del mondo non si rende conto di quanto cada nel ridicolo.
E’ stata la 24esima volta che Cuba presenta la Risoluzione: cominciò nel 1992, quando ormai tutti davano per imminente il crollo del sistema politico-economico cubano. Io compreso, tant’è che quella stessa estate ero in Messico con mio figlio e ci dicemmo: andiamo a vedere Cuba prima che diventi uguale agli altri. E invece Cuba decise per Von Clausewitz, ossia che la miglior difesa era l’attacco e mise in votazione alla ONU la Risoluzione contro il blocco economico-finanziario che applicavano contro di lei gli USA.
I voti a favore furono solo 59, molte astensioni ma molti voti contrari vennero anche dai paesi ex socialisti dell’Europa del est, desiderosi di far vedere che erano anticomunisti, a parte vari governi vicini agli USA, del nostro continente latino americano. Solo Canada e Messico votarono a favore. Andò meglio l’anno dopo: i voti a favore di Cuba furono 88, e 101 nel ’94. E continuarono a crescere tutti gli anni a seguire, fino arrivare al 2015 con 191 a favore dei 193 Paesi membri, 2 contrari, USA e Israele. Poi, nel 2016, di nuovo 191: però la novità è che la rappresentante statunitense ha preso la parola per dire che che il suo Paese si asteneva.
Vari osservatori l’hanno interpretato come il tentativo di riportare nel proprio alveo almeno alcuni governi di destra, tipo quello argentino, che avrebbero avuto l’occasione di riaffiancarsi agli Usa senza votare contro Cuba.
E invece no, non gli è andata fatta bene; a parte il solito Israele, nessuno se l’è sentita di astenersi su un sopruso come quello dell’extra territorialità delle sanzioni, che possono colpire qualunque azienda commerci con Cuba. A parte l’ormai notevole prestigio di Cuba, coi suoi 42.100 tra medici e paramedici sparsi per i Paesi poveri di tutto il mondo.
Quindi, sebbene si siano riaperte le relazioni diplomatiche, e ci sia stata la visita di Obama, le relazioni sostanziali USA-Cuba non sono progredite granché. Anche l’ultimo Decreto Presidenziale di Obama, sbandierato come grande novità, non cambia quasi niente. Permette solo ai cittadini statunitensi che viaggiano a Cuba di poter portare con loro prodotti cubani, come il ron e i sigari, ma non alle aziende di commerciare tali prodotti, quindi in concreto non cambierà niente per l’economia cubana. Le uniche aziende che hanno avuto il permesso di comprare sono quelle farmaceutiche statutinitensi, dato che la ricerca biotenologica cubana, voluta e fondata venti anni fa da Fidel Castro, pare sia andata molto avanti in alcune cose, come la cura per il diabete e per alcuni tipi di tumori come quello della pelle.
I maligni sospettano che gli USA vogliano impedire quello che avviene per le vaccinazioni: appena Cuba fu in grado di produrle, le vendette ai paesi poveri con prezzi dieci e più volte inferiori a quelli delle grandi aziende farmaceutiche. Quando addirittura non le regala come ha appena fatto con Haiti, mandandogli un milione di vaccinazioni contro il colera. Mentre le aziende statunitensi, come quei due per telefono dopo il terremoto dell’Aquila, gia’ pensavano, con il diffondersi della epidemia di colera, di vendergliele loro e, certamente non a prezzi “popolari”.
Questo fa capire anche perché Cuba è tanto odiata da certi settori statunitensi e europei. Nemmeno l’URSS, con molta piu’ disponibilità, ha mai fatto donazioni senza interessi. Faceva tanti “Piani Marshall”, cioè donazioni solo per legare a se l’economia di quel Paese. Quel che fa l’imperialismo nel mondo.
Quindi, i soliti maligni pensano che questi nuovi prodotti farmaceutici cubani saranno comprati dalle aziende statunitensi fino a esaurimento e rimessi sul mercato a prezzi poco “competitivi”. Quando il Mercato e il Tutto, e il Resto, è Nulla, non è tollerabile che ci sia nel mondo un pensiero solidaristico.
Intanto si e’ aperta la 34 FIHAV, ossia la Fiera Internazionale de La Havana con il record di partecipazioni. Sono presenti aziende di ben 73 Paesi, tra cui varie italiane. L’Italia risulta tra i primi sei Paesi nell’interscambio con Cuba.
Che ciascuno tragga le sue proprie conclusioni.

di Giancarlo Guglielmi

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Giancarlo Guglielmi
Giancarlo Guglielmi che vive a Cuba da molto tempo, oltre a informare e commentare gli avvenimenti più importanti che si svolgono da quelle parti, offre consulenze per chi fosse interessato a eventuali investimenti a Cuba, o semplicemente per tour personalizzati dell’isola. Chi volesse entrare in contatto puo’ farlo attraverso la email: giangi.riha@gmail.com

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