Si dice ormai da ogni parte che è necessario un cambiamento di generazione, facce nuove al potere eccetera.
Un cambiamento nella sclerotica, autoreferenziale e screditata classe politica italiana è non solo doveroso, ma necessario: facce, idee, sistemi nuovi e freschi sono uno degli elementi indispensabili per quel cambiamento ormai indilazionabile e richiesto a gran voce da tutti i cittadini.
Ma attenzione a non confondere le facce nuove con i dilettanti allo sbaraglio: la novità con il vecchio sotto diverse spoglie.
Ne è un ottimo esempio il Movimento 5 Stelle:
- deputati che sono probabilmente bravi e onesti cittadini, animati delle migliori intenzioni ma che in alcuni casi hanno dimostrato di non conoscere neppure cosa siano la BCE o Draghi
- deputati che, tranne alcune eccezioni, sono assolutamente digiuni di gestione della cosa pubblica e che mai hanno fatto parte di alcun movimento politico
- candidati che sono stati scelti avendo presentato dei curricula basati su una foto e una presentazione di poche righe (alla faccia di uno dei principi fondamentali della democrazia diretta da loro invocata: la possibilità di conoscere al meglio i propri candidati prima di eleggerli)
- capi che dimostrano, almeno con le parole, (vedi Grillo) di sorvolare su alcuni elementi fondamentali del funzionamento di un sistema democratico: quando dichiara che il parlamento può fare le leggi anche senza un governo sembra ignorare che in ogni democrazia accanto al potere legislativo occorre anche un potere esecutivo…
- capi che affermano che i deputati devono sentirsi vincolati alla disciplina di partito anziché alla propria coscienza e al mandato ricevuto dagli elettori (come afferma la Costituzione e ogni sana regola democratica…)
Chi di noi affiderebbe la propria auto ad un meccanico inesperto o addirittura improvvisato?
Perché dovremmo farlo con l’Italia?
Occorrono sì facce, ma soprattutto metodi nuovi per fare politica (ad esempio un sistema elettorale uninominale maggioritario con primarie obbligatorie e garantite): ma contemporaneamente che i volti nuovi abbiano quella cultura, quell’esperienza di governo e quella onestà e rettitudine intellettuale e morale necessarie per gestire un Paese come l’Italia.
Angelo Gazzaniga