E le aziende partecipate sopravvissero a se stesse

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Alla fine chi ha vinto la battaglia per la riduzione delle partecipate? Le partecipate stesse

Quella della riduzione delle partecipate, nuovo nome di quelle imprese che una volta si chiamavano municipalizzate, è una battaglia che volge alla fine con la pubblicazione del relativo decreto. Ma quali sono i veri vincitori di questa guerra? A ben vedere, come c’era da aspettarsi, le partecipate sopravviveranno in gran parte a un ridimensionamento che si annunciava ben più drastico.
In origine le intenzioni erano ben altre: chiusura di tutte quelle partecipate con giro d’affari inferiore al milione, in perdita da 4 anni su 5, che offrivano prestazioni ad un solo committente (cioè lavoravano solo per il loro Comune); mentre per le rimanenti era obbligatorio un consiglio di amministrazione di solo pochi membri.
Invece ecco quanto si è ottenuto dopo oltre tre anni dall’inizio della procedura: chiusura per le aziende con un giro d’affari minore di mezzo milione di euro (mentre la maggioranza è proprio quella tra 500.000 e 1.000.000) a partire dall’ ottobre 2018; possibilità di mantenere in essere aziende che offrono “servizi di interesse generale” (e chi non lo fa?); numero dei consiglieri deciso dalle stesse società (un invito a nozze!).
Ma l’autentica ciliegina su tutto è che spetterà alle Regioni e ai Comuni comunicare quali solo le aziende da chiudere. Ovviamente questi comunicheranno i dati a loro piacimento, senza considerare che spesso questi enti non sanno quante sono le loro stesse partecipate. A meno di fare come la Regione Lazio che ha costituito una nuova società per calcolare quali sino le partecipate da chiudere…

È il solito problema delle riforme all’italiana. Districarsi nella giungla della burocrazia e delle competenze è difficile: se si vuole poi fare le riforme senza scontentare nessuno significa lasciare alla fine tutto più o meno come prima.
E le partecipate continueranno a essere una delle maggiori fonti di spreco, di cattivo governo, di clientele.
Per fare delle vere riforme occorre chiarezza, coraggio e leggi semplici, chiare per tutti e immediatamente efficaci: quello che chiede Libertates

di Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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