Perché la UE non è molto credibile? Quale il suo futuro per chi crede in una UE come germe di un futuro Stato federale
Il giorno successivo alle elezioni europee in cui non c’è stato un partito (tra anti-europeisti, anti-euro, critici, riformisti) cha abbia difeso a spada tratta l’attuale organizzazione della UE ecco i risultati del primo incontro tra i primi ministri dei Paesi aderenti.
All’ordine del giorno, ovviamente, la nomina del nuovo Presidente della Commissione europea.
Ed ecco la Ue che non vorremmo vedere.
Decine di milioni di cittadini europei sono andati alle urne dopo una lunga (e spesso accesa) campagna elettorale per eleggere il Parlamento europeo, unico organo elettivo dell’Unione; durante questa campagna (non propriamente in Italia dove il tema Europa è stato solamente sfiorato) si sono confrontate due visioni diverse, se non opposte:
quella di Schultz (il rappresentante possiamo dire per semplificare del centro sinistra) che riteneva indispensabile una politica di espansione dell’economia e dei consumi accanto a quella del rigore
e quella di Juncker (per il centro destra) che sosteneva la necessità di avere conti a posto prima di qualsiasi altra cosa
A questo punto ci si aspetterebbe che il Parlamento europeo potesse scegliere il nuovo Presidente sulla base del mandato degli elettori.
Invece l’elezione avverrà da parte del Consiglio (formato dai primi ministri) su proposta del suo Presidente (Van Rompuy) dopo aver avuto “consultazioni” con il Parlamento e con i governi interessati.
Una procedura francamente inaccettabile perché:
- totalmente opaca: non si sa neppure quali saranno i candidati
- soggetta a veti incrociati: i due candidati logici (cioè i due leader degli schieramenti opposti Schultz e Juncker) sono già stati accantonati per far posto ai candidati dei singoli Paesi membri
- favorisce i compromessi al ribasso: anziché una figura nota e carismatica ne uscirà il solito candidato di compromesso e di basso profilo che non dà fastidio a nessuno (lady Ashton per non far nomi…)
- da chiaramente l’impressione di essere quello che in effetti è: un mercato tra le varie cancellerie molto simile a certe pratiche dei secoli scorsi
- accettabilmente lunga: già si prevede di avere il nome verso ottobre, novembre. Una tempistica che fa apparire l’elezione del Presidente della Repubblica italiana un blitz…
Anche in questo campo occorrerebbe quanto da sempre Libertates chiede: un’autentica democrazia diretta, in cui i cittadini possano decidere chi debba essere il Presidente della Commissione con quale mandato e con quali proposte: altrimenti che ci andiamo a fare alle urne?
Angelo Gazzaniga