Adesso che si è (quasi) giunti alla fine della storia si può anche fare un bilancio dei vari ecobonus. Essi comprendono il 110%, i bonus facciate e tanti altri bonus relativi all’edilizia.
Non si può negare che il concetto iniziale non fosse valido. Con un’economia nel pieno della crisi del covid cosa ci poteva essere di meglio che iniziare la rinascita da quel ramo dell’economia che in Italia è sempre stato trainante e che per svariati motivi (la relativa semplicità tecnologica, la scarsa necessità di capitali, la possibilità di utilizzare manodopera scarsamente qualificata) è il più immediato nel rispondere agli stimoli: l’edilizia.
E in effetti la legge iniziale aveva un’impostazione valida: uno stimolo ridotto nel tempo (al 31/12/2021); forti limiti e paletti all’applicazione quali l’applicabilità solo alle prime case.
Ma cammin facendo ecco apparire il meccanismo tutto italico (o meglio della politica italica) delle modifiche, degli aggiustamenti e, quel che è peggio, degli allargamenti a colpi di decreti, regolamenti applicativi, articoli aggiunti a leggi che nulle avevano a vedere con la materia.
Cosi i termini si son allungati sino al 31/12/2023, i paletti sono scomparsi e il bonus è stato applicato a qualsiasi tipo di edificio (basti pensare che il 110% ha riguardato anche 6 castelli e molti interventi riguardano villette seconde case) e, quanto peggio, è stato introdotto il meccanismo della cessione del credito: un autentico invito a truffe e sprechi di ogni tipo.
Lo stesso meccanismo della cessione del credito è stato adottato senza nessun controllo o limitazione: era sufficiente inserire la fattura dei lavori (forse) eseguiti nel cassetto fiscale per ottenere il finanziamento. Ovvio risultato: un’orgia di truffe ed evasioni (della consistenza di una piccola manovra: circa 12 miliardi!) di cui non si recupera quasi nulla. Di chi la colpa? Come sempre di tutti e di nessuno: alzi la mano quel partito che ha denunciato i rischi insiti nel meccanismo o che ha fatto proposte in merito. Erano provvedimenti di stampo populista che portavano consensi e, perché no, favori agli amici: adesso spendiamo poi ci penseranno gli altri!
In questo modo il costo dei bonus edilizi è passato da una previsione di 30/40 miliardi a più di 150! Un autentico salasso per le finanze dello Stato.
È una prova ulteriore di quello che da sempre sostiene Libertates: non è sufficiente fare una legge più o meno buona, occorre evitare “l’assalto alla diligenza” che surrettiziamente la stravolge e la modifica a dismisura. Per fare questo occorrono leggi semplici, chiare, comprensibili a tutti che permettano ai cittadini di controllare e giudicare chi le stravolge a proprio interesse.
di Angelo Gazzaniga