L’eterno problema dell’editoria in Italia: costi alti e lettori pochi. Il tutto visto dalla parte dell’editore.
Diciamoci la verità. Perché i libri in Italia costano tanto e si vendono così poco?
Per la solita ragione invocata che gli italiani sono pigri, ignoranti, leggono poco e male?
Ammettiamolo. Ma cosa stiamo facendo per affrontare il problema?
È per la stessa ragione che da noi i veri libri, nuovi, interessanti, utili, sono sempre nascosti e invisibili mentre i titoli banali pubblicizzati da major e media invadono vetrine, messaggi tv, radio e giornali?
La risposta è semplicissima.
Che il mercato schiaccia arte e cultura in ogni modo, lo sanno e lo dicono tutti.
M andiamo a vedere in dettaglio:
Dove e come avviene questo schiacciamento?
Una breve e rapida risposta:
Ciò avviene dunque:
Alla fonte, nel seno stesso delle case editrici che scelgono prodotti di massa facilmente per qualche ragione vendibili.
Allo sbocco, nelle vetrine e sui banchi delle librerie che per ragioni di monomarca o di sopravvivenza concedono visibilità solo al prodotto facile o che paga.
Il grosso problema poi sta nell’anello intermedio: la distribuzione. Questo magazzino a cui tu editore affidi i tuoi libri perché li smisti alle librerie che li hanno chiesti in base a schede loro proposte fra mille altre. Un servizio per il quale la distribuzione percepisce una percentuale più o meno del 25% che unita al 35-40% percepito dal libraio porta il balzello subito dall’editore a un 62% sul prezzo di copertina.
È così sul residuo 38% sul prezzo di copertina che l’editore deve ricavare il costo della composizione, della copertina, dell’adavance all’autore, della tipografia!
Ci sono poi i costi tipografici, assurdamente alti, quando oramai con la consegna del libro già pronto in elettronico la fatica e l’impegno di un’officina grafica, salvo casi particolari, è assolutamente modesto.
È così chiaro che le condizioni per un vigoroso e interessante lavoro culturale non può avere spazio nell’attuale editoria.
Inutile lamentarci e dire che non esiste più dibattito vero, che la critica è infeudata alle testate per cui lavora, che sono a loro volta produttrici, editori e distributrici di loro libri a ciclo completo.
Se non si affronteranno insieme i tre problemi, l’editoria sarà sempre più predigerita, premasticata e banale, anche se apparentemente alla moda e up to date!
L’impegno sui quattro fronti sopra menzionati dovrà quindi essere globale:
sulle tipografie che devono fornire qualità e buoni prezzi
sulla distribuzione che deve ridimensionare costi e spettanze
sulle librerie che devono fornire uno spazio democratico a libri che non provengono dalle majors e dai conglomerati
Dai media che devono riservare una quota agli editori indipendenti
Tutto ciò è da affrontare. Gli operatori e i cervelli non mancano. Ma bisogna cominciare non solo a pensarci ma ad organizzarci.
Noi per ora certi libri li pubblichiamo online.
Giovanni Damiani
Con questo articolo l’editore e scrittore Giovanni Damiani, che ha avviato un dibattito intorno a questi temi su jaytalking inizia la sua collaborazione a Libertates