Einaudi… e bla bla bla. Garzanti… e bla bla bla

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brux
Perché la cultura italiana ristagna? Non certo per colpa di Einaudi & C. ma dei loro attuali epigoni: andrebbero tutti rottamati!

Com’era bravo Einaudi, celebriamolo con il libro “Centolettori. I pareri di lettura dei consulenti Einaudi”, ovvero una spataffiata di 194 schede scritte da Pavese, Bobbio, Mila e scrittori “organici” alla casa editrice come Natalia Ginzburg, Vittorini, Calvino, Fruttero e Lucentini, Manganelli, con altri come Cantimori, Jesi, Segre… tutti bravi, tutti intelligenti. E va bene.
E poi celebriamo Livio Garzanti nella sua scomparsa, giusto, lo scopritore di Pasolini, l’editore delle poesie di Bertolucci, Giudici, Raboni e Luzi, lo scopritore di Claude Levi-Strauss e via con l’enumerazione degli amici e della rete di suggeritori, sempre gli stessi, sempre bravi, sempre quelli… E va bene.
Il problema, ovviamente, non sono Einaudi e Garzanti che bravi lo furono davvero. Il problema è la successiva egemonia-genia culturale che ha impedito a nuovi Garzanti e nuovi Einaudi, a nuovi Pasolini e nuovi Raboni di nascere, pubblicare. Che ha impedito ogni forma di meritocrazia, sbarrato ogni accesso. Il problema, ovviamente, non sono Einaudi e Garzanti, Pavese e Vittorini sono l’inesausta presenza di vestali che presidiano case editrici e giornali, è quell’élite che passa di padre in figlio, fatta di nomi e cognomi sempre uguali, di lobby che non si possono dire ma riconoscibilissime, che occupano cattedre, fondazioni… sempre quelli, sempre lì a cinguettare (ora su twitter) “Signora mia, quando c’erano loro…”. Sì, quando c’erano loro (quegli editori) si stava meglio; è adesso invece che ci sono loro (le vestali di quegli editori) si sta peggio, si asfissia!
Sono loro, le piccole guardie rosse, le guardie d’élite che mischiano appartenenza politica e religiosa, familismo e rete amicale e poco altro, che hanno bloccato e continuano a bloccare lo sviluppo culturale del Paese. Altro che Paese invaso dalla politica culturale delle destre (vedi il saggio di Turi)! La destra non ha avuto alcuna seria politica culturale e la sinistra è passata da quella seria al fantoccio, all’amarcord antimeritocratico.
Qui servirebbero davvero i Cinque stelle, qui Renzi a rottamare, la Leopolda e i leopoldini. Qualcun prenda in mano quel bel passo dalle “Considerazioni inattuali” (1873-74) di Nietzsche e lo faccia diventare una nuova Leopolda: “Si immaginino le nature non artistiche, o debolmente artistiche…contro chi volgeranno le loro armi? Contro i loro nemici secolari, gli spiriti artistici forti…A costoro viene sbarrata la via… In apparenza questo sciame danzante possiede perfino il privilegio del buon gusto: colui che crea è infatti sempre svantaggiato rispetto a colui che sta solo a guardare e non pone mano all’opera lui stesso… Così sono conoscitori dell’arte perché vorrebbero eliminare l’arte in genere; così si atteggiano a medici, mentre in fondo hanno mirato all’avvelenamento; così educano la loro lingua e il loro gusto, per spiegare con la loro raffinatezza perché rifiutino così insistentemente tutto ciò che di nutriente cibo artistico viene loro offerto. Giacché non vogliono che la grandezza nasca; il loro strumento sta nel dire: guardate, il grande esiste già!. In verità a loro, di questa grandezza che esiste già, importa tanto poco, quanto di quella che sorge; ne fornisce testimonianza la loro vita”.

Adam Brux

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