Finalmente è stato introdotto in Italia il reato di tortura: ma era veramente necessario?: il caso Diaz
Per questa volta vorremmo andare controcorrente:
era proprio necessario varare una nuova fattispecie di reato?
Il “casus belli” é stato evidentemente quanto successo alla scuola Diaz di Genova e la relativa condanna del Parlamento di Strasburgo.
Due sono gli approcci possibili : quello penale e quello politico.
Dal punto di vista penale non é che non esistessero fattispecie di reato invocabili in questi casi: dalla violenza privata al sequestro di persona, dall’associazione a delinquere ai motivi abbietti e così di seguito. Le mancate condanne sono dovute ai soliti problemi della giustizia italiana: lentezza dei procedimenti, procedure farraginose che hanno fatto scattare la prescrizione in molti casi. Non vorremmo che un ulteriore reato, per di più necessariamente generico, non fosse altro che una grida manzoniana: utile più per tacitare l ‘opinione pubblica che per un’autentica punizione dei responsabili, un’ulteriore complicazione nelle leggi o addirittura una specie di reato d’opinione (da applicare cioè sono in alcuni casi e non in altri).
Ben diverso l’approccio politico: un capo deve essere ritenuto responsabile del comportamento dei sottoposti che ha scelto e diretto anche se non ha responsabilità penali o civili: chi dirige ne risponde nel bene e nel male.
Proprio a questo titolo De Gennaro, anche se assolto, doveva essere ritenuto responsabile.
Quale conclusioni trarre da questo ragionamento “controcorrente”? Non occorre aggiungere altre leggi o norme, ma far funzionare meglio la magistratura e applicare il principio di responsabilità anche nella Pubblica Amministrazione, altrimenti anche con il reato di tortura tutto resterà come prima.
Angelo Gazzaniga
Il reato di tortura
Il reato di tortura è illiberale e autorizza i peggiori abusi: combattiamolo!