A margine della vicenda di Grillo, accusato di traffico di influenze (ovvero, più banalmente di incassare soldi in cambio di appoggi presso qualche ente pubblico), si è evidenziato un comportamento tipico di una certa imprenditoria italiana (e forse non solo italiana).
Ovvero avere successo non grazie a quelle che sono le peculiari caratteristiche dell’attività imprenditoriale: saper coordinare, prevedere l’andamento del mercato, organizzare l’attività e, perché no, rischiare per ottenere un (meritato) guadagno, ma per la capacità di trovare il canale giusto, gli amici disponibili e, in fin dei conti, essere tutelato dalla concorrenza, meglio se in regime di monopolio.
Proprio quello che ha fatto Onorato con la sua Moby per avere la concessione dei servizi in regime protetto tra Italia e Sardegna; per 10 anni ha ottenuto l’appalto per una cifra di circa 73 milioni l’anno. A niente sono servite le ammonizioni della UE a mettere a gara quel contratto; lo stesso ministro Patuanelli, dopo aver tuonato contro questi privilegi,si è ben guardato da mettere a gara il servizio.
Adesso si è arrivati al dunque: fatta finalmente la gara i vari servizi sono stati affidati ad altri operatori con un risparmio di 40 milioni.
Piccole cifre se paragonate al bilancio dello Stato, ma significative di un certo modo di pensare e agire: un monito per quegli statalisti e centralisti (sempre più numerosi!) che sostengono che solo un servizio fatto in esclusiva, senza nessuna gara e senza nessuna concorrenza sia da preferire!
di Angelo Gazzaniga