Grande polemiche sulla ventilata chiusura del Colosseo per la Notte dei Musei: ma era così difficile trovare una soluzione semplice e non costosa per lo Stato?
Sulla minacciata chiusura del Colosseo per la notte dei Musei c’è stata una grande campagna mediatica: commenti più o meno scandalizzati, interventi di (più o meno) autorevoli opinionisti, dichiarazioni di questo o quel politico.
Nessuna parola sul fatto che il 1° maggio, in una Roma invasa dai turisti, quasi metà dei musei fossero rimasti chiusi, con il prevedibile scorno di migliaia di stranieri arrivati a visitare la Galleria Borghese o i Musei Vaticani…
Alla fine soluzione all’italiana: lo si è aperto solo per 3000 visitatori grazie all’aiuto di tre dirigenti della Sovrintendenza che hanno lavorato come custodi gratis: infatti per un vecchio accordo sindacale e grazie a qualche regolamento rispolverato per l’occasione, si è scoperto che sotto un certo numero di visitatori sono sufficienti almeno tre custodi qualificati
Ma, ci permettiamo di chiedere, siamo proprio l’Italia delle complicazioni burocratiche e degli escamotage anche in questi piccolissimi problemi?
Sarebbe stato sufficiente far pagare 50 centesimi di euro a ogni visitatore per raccogliere 1500,00 euro: più che sufficienti per pagare una notte di straordinario ai custodi
Oppure non c’e stato nessuno di quegli enti che in questi giorni liquidano i propri dirigenti con buonuscite milionarie a poter mettere a disposizione 1500 euro al Comune di _Roma?
O forse sarebbero state soluzioni troppo semplici, comprensibili a tutti i cittadini: tipiche insomma di uno stato liberale e trasparente?
Angelo Gazzaniga