Il mondo politico appare ormai avviato verso la Terza Repubblica in un turbinio di scandali, denunce e polemiche. Fra essi, uno la cui gravità sembra sfuggire: in Lombardia (regione sinora considerata all’avanguardia in Italia) un assessore regionale viene arrestato per voto di scambio: detto in altre parole per essere colluso con la ndrangheta calabrese: io ti aiuto e tu mi fai avere voti.
È un episodio ben peggiore degli stessi furti e appropriazioni già avvenuti nella stessa Lombardia: in questo modo si minano le basi stesse della democrazia, si viene eletti non dai cittadini ma dalle cosche amiche.
A fronte di simili episodi si è elevato il polverone asfissiante della politica: chi era interessato a dichiarare che nella prossima legislatura l’Italia dovrà tornare nella normalità (cioè affidarsi di nuovo a questa classe politica – copyright Bersani), chi sosteneva che la cosa fondamentale per salvare l’Italia era l’accordo con Casini (copyright Alfano), che pensava che la miglior dichiarazione politica fosse attraversare a nuoto lo Stretto (espediente già utilizzato da un noto democratico come Mao: copyright Grillo), ma nessuno ha ritenuto opportuno rilevare la gravità di questi comportamenti per la democrazia: ce lo ha dovuto ricordare un magistrato (la Boccassini)
Cha fare allora prima che la democrazia italiana divenga sempre più una democrazia apparente e non sostanziale?
Occorre la democrazia diretta.
Occorre che i cittadini possano scegliere chi candidare, votare chi ha presentato il programma migliore, giudicare al termine del mandato chi hanno eletto o addirittura poter sfiduciare chi ha tradito palesemente il mandato ricevuto (basti pensare che con il sistema vigente i Governatori delle Regioni vengono eletti dai cittadini ma sfiduciati solo da un voto di quel consiglio regionale in cui siedono anche coloro che non sono stati eletti, ma indicati dal Governatore nel famigerato “listino”)
Tutto ciò attraverso un sistema elettorale a collegi uninominali maggioritari con primarie certificate e garantite, un vero federalismo, un referendum senza quorum che non sia solo abrogativo, ma anche propositivo e deliberativo … quello che da sempre sostengono i Comitati.
Angelo Gazzaniga
Formigoni e il polverone asfissiante della politica
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