Chi fu il vero avversario di Adam Smith? Marx o Freud?
E’ stato riaperto con grande successo tra gli addetti ai lavori e anche nell’opinione pubblica il cold case di Marilyn Monroe, morta per overdose di farmaci il 4 agosto 1962, in un volume titolato “L’altra Marilyn – Psichiatra e psicoanalisi di un cold case” a firma di Liliana Dell’Osso e Riccardo Dalle Luche.
La tesi centrale di questo libro è la seguente: “Non si può, a nostro avviso, archiviare la questione Greenson esclusivamente come uno dei tanti “disastri della psicoanalisi”, né cedere alle illazioni che lo vedono coinvolto attivamente nella morte dell’attrice, autore di un omicidio colposo a causa della sua tracotanza narcisistica e dell’incompetenza nella somministrazione dei farmaci…”.
Concordo con la Dell’Osso: la morte di Marilyn Monroe è il disastro della psicoanalisi. Può venirci in aiuto lo stesso Sigmund Freud, che a Carl Gustav Jung disse mentre erano in viaggio in barca in prossimità del porto di New York: “Ma lo sanno gli americani che siamo venuti a portare la peste?” (Questa scena si vede con straordinaria efficacia nel film A dangereus method). Letteralmente: un metodo pericoloso. Orbene, la psicoanalisi ha demolito sul “lettino di Freud” il principio fondante dell’Età dei Lumi: l’autos nomos.
Nella vulgata comune si tende a pensare che il maggiore antagonista dell’economista-filosofo Adam Smith, sostenitore della “Mano Invisibile” ne La ricchezza delle Nazioni, sia stato Karl Marx ne Il Capitale con la condanna ufficiale dello spontaneismo e/o laissez-faire – come motore misterioso delle forze umane – da parte dell’ideologia comunista: è vero solo all’apparenza. In realtà, a prendere di mira sul piano teoretico il principio filosofico del laissez-faire è stato Sigmund Freud nell’annus horribilis 1924, l’anno della morte di Lenin. Già, perché l’essenza del metodo terapeutico della psicoanalisi si basava e si basa sul rifiuto ideologico che ci sia “una “mano invisibile”, ossia un punto cieco al pensiero, che vi presieda. L’essere dell’uomo non può, allora, restare definito dall’essere pensante”.
E questo Freud non lo accettava. Là dove Adam Smith fonda la Mano Invisibile (cioè il demone del non-senso o dell’irrazionalità che tutto muove dal macellaio di Sanpierdarena al trader di Wall Street), per il cattivissimo Freud esiste la rivelazione dell’inconscio elevata al rango di scientificità. Non è un paralogismo: se esiste l’inconscio, non esiste la “mano invisibile”. L’uno esclude l’altro; sono termini antitetici. Ma è certo anche un altro fatto: se si dà fondamentalmente ragione ad Adam Smith, che era meno smithiano di quanto si possa credere: “Non ho mai visto che sia mai stato raggiunto molto da coloro che pretendono di trafficare per il bene pubblico. E tuttavia, poiché l’individuo mira soltanto al proprio guadagno egli è condotto da una mano invisibile a promuovere un fine che non entrava nelle sue intenzioni. Né per la società è sempre un male che questo fine non entrasse nelle sue intenzioni. Perseguendo il suo interesse, egli spesso promuove quello della società in modo più efficace di quando intenda realmente promuoverlo”, si ammette l’esistenza del Mistero; è pertanto il Mistero a fondare l’opera d’arte, il demone dell’egoismo individuale pre-supposto al pensiero agisce la necessità di creare nell’artista, meglio ancora: la sospensione temporanea della ragione fa l’opera d’arte. Infatti: De Gaulle quando grida: “Guebec libero!”, ha poco a che fare con il ragionamento! Esce dal mero dominio del nesso causa/effetto! Come documenta bene Maria D. Contri,“Non è affatto vero che l’uomo è orientato, naturalmente, necessariamente, alla ricchezza, al bene, alla verità”: ecco la tesi che sostiene, difende, il testo freudiano Il problema economico del masochismo…”.
Ps – Ralph Greenson era mediocre, come allievo di Freud formatosi nella sua abitazione a Vienna. Il quale la sera del 4 agosto 1962 ha somministrato un’iniezione mortale di cloralio idrato per clisma a Marilyn Monroe, la sua paziente modello. Morta a 36 anni.“Non esistono istanze al di sopra della ragione”: Freud dixit. Non c’è mistero, insomma: ma se non c’è mistero, non c’è creatività. E poi si muore.
di Alexander Bush<(em>