Il mondo di Trump come una sceneggiatura di film western? Tutto bianco o nero?
Ho avuto modo di leggere ed apprezzare su Libertates l’ultimo pezzo di Dario Fertilio a commento delle recenti elezioni americane , pezzo che condivido al…. 110% !
Anche il sottoscritto non ha mai avuto simpatia per Hillary Clinton, sempre considerata, con il sostegno non certo disinteressato di Sarkozy , la principale responsabile di quello che è successo in Libia ed inevitabile pungolo all’invasione di cui siamo purtroppo vittime, grazie anche al “tradimento” dei nostri attuali governanti .
Ritornando al bellissimo film da lui rievocato (“High Noon”) e ricordando la scena finale nella quale si vede lo sceriffo, con l’affascinante Grace Kelly seduta al suo fianco sulla cassetta del calesse ed accompagnato dalla bellissima canzone “Do not forsake, oh my darling”, abbandonare il paese, mi permetto di fantasticarne con voi lettori il seguito.
Mi immagino dunque di vedere lo sceriffo Donald Trump, da Fertilio definito “autentico”, al volante di una supercar, con lo stereo a palla che diffonde le note di “The yellow rose of Texas”, puntare verso il suo nuovo domicilio, ovvero al 1600 di Pennsylvania Avenue, per rimboccarsi le maniche e, come recita il suo collaudato slogan elettorale , “Make America Great Again”.
E già che siamo in tema di film western tosti, che ne direste, in vista del prossimo referendum, di una rivisitazione casareccia di “ Gunfight at the O.K. corral”, in cui a Tombstone si affrontano all’ultimo sangue il clan di Wyatt Earp ( ovvero l’accozzaglia di Salvini e & ) e la banda Clanton ( vale a dire “il giglio d’oro” di Renzi) ?
di Loreno Bardelli