A che punto sono le trattative con Cuba?
In vari mi scrivono per chiedermi dei cambiamenti avvenuti qui, a Cuba, dopo il 17 dicembre, giorno in cui i due Presidenti annunciarono che il governo Usa aveva deciso la riapertura di relazioni diplomatiche
Naturalmente per due Paesi che per 54 anni non si sono reciprocamente riconosciuti la riapertura delle relazioni diplomatiche dovrá avere un percorso che non potrá essere celere dato che nessuno dei due vuole cedere nulla sui propri principi.
I cubani giustamente non cederanno mai sulle ingerenze imperiali, anche perchè ormai su questo contano sull’appoggio di quasi tutti gli altri Paesi del continente.
Gli statunitensi non vogliono dare l’impressione internazionale che dopo aver tenuto Cuba nella lista dei paesi sostenitori del terrorismo per tanti anni, si sarebbero sbagliati.
Intanto alla seconda tornata di incontri svolta nella capitale americana, si è semplicemente seguiti a fare l’elenco delle cose su cui si dovrá trovare un accordo.
Per il momento sono solo tre i temi che si sono stabiliti calendari di lavori per i rispettivi tecnici:
- assistenza del volo civile
- sviluppo delle comunicazioni
- preservazione del patrimonio ecologico marino.
Le rispettive cape delegazioni hanno messo dentro anche la collaborazione nel combattere il narco traffico, ma si sa che quello giá esisteva dall’epoca degli accordi migratori con Clinton, nel 94. Tant’è che giá nei primi anni della decade scorsa Cuba rispedi tempestivamente un narcotrafficante di cui gli Usa avevano chiesto l’estradizione, qui rifugiatosi.
Non solo, in cambio di elevare a 20 mila i visti annuali concessi a cubani, Cuba dovette impegnarsi a riprendersi gli emigrati condannati negli Usa, soprattutto per reati inerenti alle droghe pesanti.
Insomma per il momento si sono travati d’accordo su queste poche cose, ma come diceva la capo delegazione cubana, sono una ventina i punti in discussione. Quindi si puo’ comprendere che le cose andran per le lunghe. I previsori dicono sui tre anni.
Noi qui restiamo in attesa dell’arrivo dei dollaroni.
Giancarlo Guglielmi