In Italia per rifarsi la verginità bastano pochi mesi di lontananza dai riflettori. Destra e sinistra si sono alternate al governo del Paese negli ultimi 19 anni (per 9 anni la destra, per 7 la sinistra e per il resto i governi Dini e Monti) con scarsi risultati. Per citare solo due dati: il debito pubblico è aumentato in maniera considerevole, mentre il Pil ha conosciuto prima la crescita più bassa a livello europeo e poi, dal 2009, uno dei tonfi maggiori. Non solo, ma quando i nodi sono venuti al pettine la politica si è dimostrata così incapace di affrontarli, che ha lasciato tutte le patate bollenti nelle mani di Mario Monti e del suo governo tecnico. Intendiamoci, il presidente del Consiglio uscente poteva fare molto meglio e alcune misure adottate dal suo esecutivo sono parse davvero dannose (su tutte basta ricordare la vicenda esodati). Tuttavia la maggiorparte delle misure di rigore che si sono rese necessarie (in primis l’Imu) sono il frutto di accordi presi dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusoni con l’Europa. L’ex premier, infatti, si era recato a Bruxelles con il cappello in mano per chiedere sostegno visto che lo spread saliva e l’economia precipitava. La garanzia che ha dovuto dare è stata pesantissima: anticipare il pareggio di bilancio al 2013, invece che attuarlo nel 2014 come tutti gli altri Paesi. Il suo governo, però, si è dimostrato totalmente incapace di dare seguito alle promesse fatte all’Europa e così Berlusconi ha gettato la spugna, lasciando campo libero a Monti.
Ora dopo questa breve parentesi ‘tecnica’ gli stessi signori che ci hanno portato a un passo dal baratro (a destra come a sinistra, perché così come non si può dimenticare il fallimento di Berlusconi bisogna anche ricordare la pessima performance di Prodi e compagni) si ripresentano come i salvatori della patria, promettendo miracoli e cambiamenti radicali. Speriamo che, almeno questa volta, gli italiani decidano davvero di cambiare pagina e di non votare per l’orrido già visto.
Flavio Stilicone