Il telegiornale russo mostra scenari di guerra in preparazione, nel parlamento ucraino lo scontro fisico è all’ordine del giorno: dove finiremo?
Mentre il ministro degli esteri russo Lavrov si scambia affabili e soddisfacenti sguardi di intesa con il suo collega italiano Gentiloni, segni di una tacita simpatia e intesa reciproca, specchio di un’atavica mentalità condivisa tra popolazioni euro-asiatiche e italiche, il telegiornale nazionale russo (11.12.2015) mostra scenari di guerra e il parlamento ucraino fa rissa.
Se gli italiani avessero visto lo spazio informativo dedicato al potenziamento della macchina bellica russa sul loro primo canale, rafforzata non solo per combattere lo stato islamico, ma anche per difendersi e prepararsi a contrattaccare chissà quale minaccia incombente di matrice occidentale, non so se il rassicurante colloquio tra i due ministri degli esteri sarebbe bastato a concedere loro una notte di sonno tranquillo!? Certamente lo scenario da vecchio dipinto raffigurante la tipica scena agreste in cui cosacchi ucraini (XVI-XVII secc.) intenti a discutere animatamente, in stato di semi ebrezza, pronti alla zuffa, durante lo svolgimento dello smodatamente “democratico” consiglio (“RADA”), si è ripetuto in giacca e cravatta e con capelli corti nel parlamento ucraino, allorché un parlamentare ha letteralmente sollevato in braccio l’attonito primo ministro Jacenjuk perché “non contento del riflesso della sua politica economica” nel paese. Lo scontro fisico tra le varie fazioni è seguito un attimo dopo.
Indubbiamente se le truppe russe affrontassero quelle ucraine con scontri fisici degni di altre epoche, prevedere il vincitore sarebbe senza dubbio compito difficile…Senz’altro la rissa alla “cosacca” non ha giovato all’immagine del parlamento di Kiev. La macchina propagandistica russa, infatti, ne ha immediatamente approfittato per evidenziare, per l’ennesima volta, l’incapacità di autogoverno e l’inefficienza degli ucraini i quali, sarebbero stati sicuramente meglio governati dal pugno forte della duma russa se non fosse per il piccolo particolare che i disorganizzati e corrotti ucraini sono per ora ancora liberi, secondo l’antico spirito cosacco, di esibire e dare sfogo alle proprie emozioni psico-fisiche liberamente…
Intrattenere dei rapporti privilegiati con la Federazione Russia è un fatto apparentemente positivo sia per l’Italia che per l’Europa. La storia insegna, però, che le alleanze devono essere concluse a parità di forze, altrimenti esiste sempre il rischio di essere inghiottiti. Basti ricordarsi del rapporto di forze rovesciatosi tra l’Italia di Mussolini e la Germania di Hitler. Questo varrebbe anche per regolare i rapporti tra Europa e Stati Uniti. Qui, però, è compito più complesso venirne a capo, sbrogliando la matassa che ci avvolge.
Concordo, infine, che le sanzioni alla Russia, spesso criticate da una parte della classe politica italiana e da alcuni famosi giornalisti, non giovino all’economia italiana. Non bisogna dimenticare, nondimeno, le motivazioni per cui queste sanzioni sono state applicate: esse avrebbero dovuto svolgere il ruolo di deterrente alle mire espansionistiche dell’aquila bicefala (eredità usurpata a Costantinopoli, così come il patriarcato) che controlla con molta attenzione i movimenti militari che avvengono in Romania, Polonia e nell’Europa intera.
Rimango, dunque, del parere che, ferma restando l’avversione per la guerra come soluzione ai conflitti internazionali, per essere presi realmente sul serio e rispettati nel contesto globale, oltre alle qualità morali e diplomatiche, bisogna essere preparati a tutte le evenienze, secondo la massima:
“si vis pacem, para bellum”.
Salvatore Del Gaudio