Grillo non si comporterà come fece Mussolini nei giorni della dichiarazione di guerra agli Alleati?
Il 21 maggio 2018 è uscito su Affari e Finanza l’ottimo manifesto di Ronald Reagan e Milton Friedman “Le parole sbagliate su mercati e Unione” a firma di Fabio Bogo, che aiuta a capire molto chiaramente come il Movimento 5 Stelle cesaristicamente presieduto dal comico Beppe Grillo stia giocando con il fuoco: Grillo, nell’asse maledetto con Di Maio e Salvini che sognano Keynes (cioè Ricucci) nelle loro notti deliranti, attacca i mercati e preannuncia a corrente alternata l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea considerata alla stregua della “tecnodemoplutocrazia” (sic!) – espressione purtroppo usata nei suoi libri anche dal noto giornalista Federico Rampini accusato su Wikipedia di aver plagiato 500 articoli dal Financial Times:“Lo spread sale, la coalizione M56-Lega minimizza e accusa: le reazioni dei mercati sono solo giochini di speculatori. E così nella narrazione le variazioni dei rendimenti dei titoli di Stato italiani diventano un algoritmo deciso in una stanza, da quattro banchieri internazionali magari con il cilindro e le ghette – che decidono a loro personale piacimento se far salire o scendere un tasso di interesse, con l’intento di indebolire politicamente alcuni partiti. “L’espressione mercati – osserva con l’accento liberale di Friedman il direttore Bogo in linea d’aria con l’affermazione della Iron Lady Margaret Thatcher che “sono gli individui a fare la società”–“, va detto, può essere fuorviante ed è bene allora ricondurla alla realtà. I mercati sono il luogo dove vengono trattate le risorse che i risparmiatori chiedono siano investite. Si tratta nella stragrande maggioranza di lavoratori, pensionati, professionisti, famiglie, che hanno accumulato e messo da parte denaro per il futuro e che chiedono che sia gestito in modo oculato e sicuro… Chi parla di mercati e di cambiare l’Europa dovrebbe almeno sapere come funzionano”.Ma quest’elemento– il principio di realtà– a Grillo, un Weltanschauunger menzognero che ipnotizza le folle e a quanto pare condiziona anche il voto degli italiani, non interessa. Anzi, non interessa affatto. E più aumenta il caos più Beppe è contento, a causa di un fatto che passa quasi totalmente inosservato dalla maggior parte degli osservatori: la sua psicopatologia bipolare, identica alla fase maniacale con cui Benito Mussolini pronunciò dal balcone di Palazzo Venezia il giorno nefasto 10 giugno 1940 il suo discorso paradelirante sulla discesa in campo dell’Italia contro la demoplutocrazia reazionaria dell’Occidente (al fianco di Hitler): “Combattenti di terra, di mare e dell’aria. … Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente che in ogni tempo hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano…”.
Era perfetto il ritratto che ne fece Indro Montanelli nel capitolo diciassettesimo de “L’Italia dell’asse”:“Il 26 maggio 1940 il maresciallo Badoglio si recò a Palazzo Venezia per trattare problemi militari di ordinaria amministrazione. Nell’anticamera (è lui che lo racconta in L’Italia nella seconda guerra mondiale) si imbatté in Balbo, e insieme furono ammessi alla presenza di Mussolini, che “stette alquanto tempo silenzioso, fissandoci con quel suo sguardo penetrante”. Quindi, “con fare ispirato”, parlò: “Vi informo che ieri ho mandato a mezzo corriere una mia dichiarazione scritta a Hitler per assicurarlo che non intendo restare con le mani alla cintola e che, a partire dal 5 giugno, sarò pronto a dichiarare la guerra all’Inghilterra”. Badoglio asserisce di essere rimasto allibito – così come Balbo – per quell’annuncio che, incredibilmente, avrebbe colto di sorpresa, una dozzina di giorni prima della data fissata per l’inizio delle ostilità, il Capo di Stato Maggiore generale e il Governatore della Libia. “Vostra eccellenza – replicò il maresciallo, o almeno sostiene di averlo fatto –è perfettamente al corrente della nostra assoluta impreparazione militare…”.
Orbene, Grillo è nelle stesse condizioni psicologiche che afflissero il Duce. Ci deve rimettere un’altra volta l’Italia intera?
di Alexander Bush