Lettera aperta a Scalfari: e se dietro ad una ricostruzione fantastico-psicanalitica della storia degli ultimi anni d’Italia ci fosse qualcosa di vero?
Caro direttore Scalfari, immaginiamo insieme la seguente scena nella surrealpolitik gattopardesca italiana caratterizzata dall’incubo del riformismo senza riforme-“plus ca change, plus c’est la meme chose”:uno psicanalista lacaniano ha messo sotto ipnosi-poco “zagrebelskianamente” e molto lacanianamente-il Presidente emerito della Consulta per liberarlo dalla camicia di gesso della “rimozione nevrotica della realtà del Ghino di Tacco”, una patologia molto grave diffusa solo in Italia-caso unico nel panorama europeo. Con risultati sorprendenti, tuttavia:“Riforme costituzionali? A parlarne, rischi una denuncia per maltrattamenti:chi ti ascolta finirà per slogarsi le mascelle a forza di sbadigli. Perché l’argomento non è tra i più eccitanti, e perché il chiacchiericcio dura da trent’anni, senza cavare un ragno dal buco. Meglio, molto meglio, concentrarsi sui temi dell’occupazione, della concorrenza, dei salari. C’è tuttavia un legame fra le nostre ingessate istituzioni e la camicia di gesso che blocca l’economia italiana. Quando il sistema si rivela incapace di produrre decisioni, quando è perennemente ostaggio dei veti incrociati, quando infine la voce del padrone ha il timbro rauco delle lobby, l’unica industria è quella dei favori. E infatti l’Italia, dal 2000 in poi, ha registrato la crescita più bassa del pianeta, se si eccettua Haiti. Da qui l’urgenza di correre ai ripari. Sbarazzandosi in primo luogo di due Camere gemelle, che s’intralciano a vicenda. Il bicameralismo paritario ci ha donato in sorte un procedimento legislativo macchinoso, una pletora di parlamentari che riempirebbe la tribuna di San Siro, governi ballerini come Carla Fracci…”.
Risvegliatosi dall’ipnosi e poco dopo la reinterpretazione della “rimozione pluridecennale” del fascismo di sinistra dalla fatica delle “colonne d’Ercole” (mentire per trent’anni è uno sforzo!), Zagrebelsky ha urlato:“Dottore (cioè Ainis, ndr) ma ora che faccio? Sono intellettualmente disoccupato”. “No-risponde Ainis a Zagrebelsky-“lei ora è un intellettuale liberato dalla tirannia mentale del Ghino di Tacco e può contribuire a liberare la società italiana”. Già, troppo bello per essere vero. Gustavo di Tacco non vuole “più poteri al Capo dello Stato”, né il ricorso diretto alla Consulta delle minoranze, con correlativa prescrizione delle “maggioranze qualificate” per leggi di sistema in dirittura d’arrivo senza sovvertimenti parlamentaristici, più che “piduistici”. Forse perché gli va bene un sistema veterocraxianamente incapace di produrre decisioni lungo l’asse populista reazionario di Grillo, perché…il Piano di Rinascita se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. “Quanti guai porta il conformismo”, come dice giustamente il liberale di caratura anglosassone Innocenzo Cipolletta. Molto più gravi di un documento cinematograficamente sequestrato all’aeroporto di Fiumicino nel doppio-fondo della valigia della figlia del Venerabile.
Che è bene tirare fuori quando si minaccia con presidenzialismo neorooseveltiano-non eversivo-la “tirannia dello status quo” e, come scrive Ainis, “se c’è un grammo di buon senso” che può snellire laicamente le procedure.
Alexander Bush