Enzo Bettiza, un grande della cultura europea novecentesca, ha compiuto novant’anni. In me, che lo considero maestro inarrivabile, c’è oggi un po’ di nostalgia per gli incontri diradati; ma anche l’orgoglio di aver imparato tanto, nella sua ombra. A partire dal libro di conversazione “Arrembaggi e pensieri”, pubblicato dalla Rizzoli e che vi consiglio di leggere. C’è, in quelle sue risposte alle mie domande incalzanti, la lezione più inattuale e preziosa per l’oggi: fede nella letteratura, coerenza nella politica, estro giornalistico insofferente di padroni. E scusate se è poco.
A chi non lo conoscesse abbastanza, consiglio poi di leggere i suoi due capolavori assoluti: il saggio “Il mistero di Lenin” e il romanzo fluviale “I fantasmi di Mosca”. Vi scoprirete un’armonia irripetibile di personaggi e idee, in cui si fondono i due diversi generi letterari. Alle nuove generazioni poco avvezze alla politica, poi, suggerisco di ripercorrere il cammino storico del lib-lab, concepito da Bettiza come risposta alla asfissiante ideologia cattocomunista del compromesso storico. Agli amanti del giornalismo, infine, ricordo il suo storico duello con l’altro grande della carta stampata novecentesca, Indro Montanelli, e la riconciliazione finale in cui mi vanto d’aver avuto una parte.
Molti, molti ancora di questi anni da vivere alla grande, ti auguro, caro Enzo.
di Dario Fertilio