Sono i partiti a rinchiudersi sempre piu’ in un’area protetta e inaccessibile ai comuni cittadini, sordi ai venti dell’antipolitica che fuori soffiano sempre piu’ forti, timorosi di perdere i privilegi, disposti a rinunciare si’ e no a qualcosa pur di conservare il grosso della torta.
Probabilmente c’è del vero quando affermano che Equitalia è diventato sinonimo di errori (le famose “cartelle pazze”) e di mancanza di buon senso e di equità (ironia del nome…) nell’applicare le sanzioni per il mancato pagamento di cartelle esattoriali: applicare le “ganasce fiscali” e mettere ipoteche per debiti di poche migliaia di euro a piccoli contribuenti che non pagano perché non possono sembra un comportamento tipico della burocrazia italiana: applicazione ottusa di norme e regolamenti secondo la solita massima: essere forti con i deboli e deboli con i forti.
Ma siamo sicuri di non cadere dalla padella alla brace affidando l’esazione delle imposte ai comuni?
Innanzitutto conosciamo bene l’efficienza dei comuni italiani nella gestione e particolarmente nella riscossione delle imposte. Un esempio recente: nel comune di Milano (certamente non uno dei più inefficienti) recentissime statistiche ci dicono che il 70% delle multe date per aver circolato sui mezzi senza biglietto restano non pagate…
Esiste poi quel concetto spesso dimenticato da noi e fondamentale nei paesi “civili”: la certezza del diritto.
Cosa significa affermare che i comuni potranno essere “comprensivi” con chi non paga perché effettivamente in difficoltà?
Se non esiste una norma che stabilisca fino a che punto è possibile applicare il concetto di equità si cade nella discrezionalità: chi ci assicura che alla fine finiranno per non pagare i “soliti noti”, gli amici, quelli che pagano qualche mazzetta eccetera?
Perché non si accenna neanche in via di ipotesi a quella che dovrebbe essere una soluzione davvero democratica e degna di una stato liberale: mettere in gara le varie offerte e dare l’appalto della riscossione a chi offre un servizio migliore e a minor costo.
Passare da una gestione statalista ad una gestione in cui vigano concorrenza, trasparenza ed efficienza e non proporre di passare da una gestione statalista a livello nazionale ad una gestione egualmente statalista a livello comunale: ecco quello che da sempre sostengono i Comitati per le Libertà.
Angelo Gazzaniga
Portavoce dei Comitati per le Libertà