Comincia a profilarsi il grande problema del futuro delle pensioni
Abbiamo sentito le dichiarazioni del presidente dell’Inps Boeri sulle prospettive di pensione per la generazione nata negli anni ’80: ben inferiori a quelle delle precedenti, e scatteranno non prima dei 75 anni.
Il che ci porta ad una considerazione sul rapporto fra tecnici e politici.
Compito dei primi (come il presidente dell’Inps) dovrebbe essere anche quello di dare informazioni il più possibili veritiere e chiare sulla situazione degli enti o dei ministeri a loro affidati; sarà poi compito dei secondi (e dei cittadini) prendere decisioni in funzioni di quelle informazioni.
Perché se è vero che spetta alla politica decidere, lo è altrettanto la conoscenza preventiva dei dati statistici e delle situazioni complessive.
Ben venga quindi un presidente dell’Inps che ha il coraggio di dichiarare quanto da tempo tutti sospettavano: che i conti dell’ente sono sì in ordine dal punto di vista contabile, ma che le aspettative di pensione (cosa per cui in fondo è stato creato l’ente) per i giovani sono lontanissime, se non una chimera.
Basti pensare al precedente presidente (l’ineffabile Mastrapasqua, quello presente in 15 diversi consigli d’amministrazione) che confessava di diffondere dati “edulcorati” (per non dire truccati) allo scopo di “evitare una rivoluzione dei giovani”.
Si addensano dunque nubi di tempesta: quali decisioni prendere urgentemente?
Salvare i diritti acquisiti dicendo ai giovani che ormai non avranno più speranze di andare decentemente in pensione? Tagliare in parte alcune pensioni (soprattutto vitalizi e pensioni calcolate con il retributivo) per dar loro una speranza? Aumentare ancora le tasse per salvare capra e cavoli?
Tre vie sbagliate. Si deve prendere invece la strada da sempre auspicata da Libertates: consentire ad ognuno di farsi una pensione a misura delle proprie esigenze, lasciando allo Stato solo il compito di garantire le fasce più deboli ed esercitare una funzione di controllo e direzione dell’attività delle compagnie assicurative.
Angelo Gazzaniga