I grillini si professano anti europeisti e, soprattutto, contrari alla gestione finanziaria dell’Unione Europea: al punto da proporre un referendum antieuro.
Ora, l’altro giorno, una giovane deputata grillina, intervistata dinanzi a Montecitorio, ha candidamente dichiarato di non sapere cosa fosse la BCE e di non conoscere affatto un certo signor Draghi.
Come potranno i nostri deputati proporre iniziative nei riguardi di un’istituzione che non conoscono neppure?
E dunque si ripropone il problema della selezione del personale politica: questi deputati, per quanto giovani, entusiasti e sperabilmente onesti, sono stati scelti con una caricatura delle elezioni primarie via web: a centinaia hanno caricato la loro foto in rete, accompagnandola con mini curriculum: fra questi alcuni sono stati scelti secondo procedure misteriose, ovviamente manipolabili senza che alcuno potesse controllarle.
Questi “miracolati dal web” adesso rappresentano un partito che
- propone di abolire le votazioni segrete in aula (certo discutibili, ma qualche volta necessarie a tutela della libertà individuale di giudizio);
- vorrebbe abolire il vincolo di mandato (secondo la Costituzione), cioè liberare i deputati dall’impegno morale verso coloro che li hanno eletti per obbedire ai diktat del loro partito;
- che indice conferenze stampa in cui i giornalisti non possono far domande, ma solo ascoltare (a proposito, ma perché ci vanno?)
Tutto questo perché non esiste una legge elettorale che permetta ai cittadini di scegliere i propri candidati, votarli e controllare il loro comportamento: quel maggioritario uninominale con primarie obbligatorie e certificate che da sempre chiedono i Comitati per le Libertà.
Angelo Gazzaniga