In Italia esistono tanti problemi per le opere pubbliche: inefficienza, burocrazia, leggi complesse e confuse, criminalità organizzata, bustarelle…
Ma c’è anche un problema che spesso non viene considerato: la mancanza di programmazione e di politica industriale che porta spesso a spese inutili e sproporzionate.
Due esempi tratti dalle politiche dei trasporti:
- si sta costruendo il Terzo Valico dei Giovi. Opera che costerà almeno 10 miliardi e che è fondamentale non solo per portare i milanesi al mare in un’ora ma soprattutto per collegare il porto di Genova con il suo entroterra industriale: Lombardia, Svizzera e Germania del Sud.
Ebbene mentre i lavori del tunnel procedono speditamente e si pensa saranno pronti per il 2026 scopriamo che la linea alta velocità/alta capacità si fermerà per ora a Tortona dato che il raddoppio della Tortona-Milano è ancora allo stato di progetto e i lavori saranno pronti nel 2032. Per non parlare del raddoppio della linea della Brianza tra Milano e Como: è ancora tutto da definire e sarà pronto forse nel 2036!
A questo punto rimarrà una strozzatura che inficia i benefici di tutta la linea e che avrà come conseguenza che le merci, una volta giunte nei centri di smistamento del tortonese, proseguiranno a mezzo autocarri e che per vedere il porto di Genova come sbocco naturale del Sud Europa bisognerà aspettare almeno un decennio - altro esempio di spreco per cattiva programmazione: le linee alta velocità italiane hanno un costo che è più del doppio, per esempio, delle linee alta velocità spagnole. Certamente influiscono la diversa orografia, i costi occulti della burocrazia e delle tangenti, ma il vero motivo è che le linee alta velocità italiane, al contrario di quelle spagnole e francesi, vengono progettate per essere utilizzate anche da treni merci, che sono nettamente più pesanti dei treni passeggeri. Quindi occorrono ponti e viadotti più robusti, minori pendenze, armamento più pesante. Ma c’è una particolarità: nessun treno merci ha mai percorso le linee alta velocità italiane. Perché allora spendere soldi e tempo per un progetto inutile?
Sono questi due piccoli esempi di come una mancanza di politica industriale e di programmazione a lungo termine porti a sprechi e inefficienze facilmente eliminabili da un’amministrazione che non guardi solo all’immediato e al consenso facile.
di Angelo Gazzaniga