In ogni campo dell’apparato statale (compreso la Marina Militare) la trasparenza è un elemento fondamentale
In questi ultimi tempi ci sono state diverse audizioni parlamentari relative all’ordine alla Fincantieri di alcune fregate (denominate FREMM) da parte della Marina Militare.
Grazie a una legge del governo Monti (che, diciamolo pure, qualche cosa buona ha fatto) ora le spese e gli appalti del Ministero della Difesa devono essere approvati anche dal Parlamento (che prima poteva solo prenderne conoscenza).
Da una di queste audizioni di controllo è emersa una vicenda molto significativa di come vengono utilizzati i fondi (cioè i soldi dei cittadini) da parte dell’alta burocrazia statale.
Infatti:
- le spese previste per la costruzione erano previste in circa 6 miliardi, di cui 4,7 per la costruzione vera e propria e il rimanente per interessi bancari
- di fronte a interessi bancari di circa il 27% è sorta spontanea la richiesta di quale banca praticasse simili tassi ultra usurari
- la risposta è stata di una franchezza tanto disarmante quanto sorprendente: la banca non esisteva perché i fondi erano già stati stanziati e quindi già disponibili
- questa somma aggiuntiva serviva a coprire altre spese altrimenti non dimostrabili o non ancora stanziate. Senza che ciò fosse penalmente rilevante data la insussistenza di bustarelle o interessi privati
- a questo punto questa somma è stata posta in bilancio come somma per copertura di future spese… (dato che ormai era stata approvata).
Tutta questa vicenda ci dimostra come la mancanza di trasparenza sia contabile sia decisionale che impera nella burocrazia italiana sia fonte di possibili malversazioni e di sicuri costi aggiuntivi e inutili: tutto grasso che cola nelle commesse militari.
Solo una trasparenza di procedure e controlli, normative contabili simili a quelle privatistiche comprensibili e verificabili da tutti possono evitare queste “deviazioni” contabili fonti di sprechi, sospetti: proprio ciò che da sempre chiede Libertates
Guidoriccio da Fogliano