Dalle promesse elettorali ai fatti concreti il passo è molto lungo…
La sera dell’ultimo (grande) comizio tenuto a Piazza del Popolo dai 5Stelle Di Maio ha sfoderato un foglietto in cui stavano scritti i primi provvedimenti che il governo 5Stelle avrebbe preso. “Bastano i primi venti minuti del primo Consiglio dei Ministri” aveva affermato Di Maio tra le ovazioni e le grida “onestà, onestà” dei presenti.
Orbene, dopo tre mesi di governo, di quelle prime, fondamentali (per Di Maio) promesse cos’è rimasto?
- prima promessa: dimezziamo gli stipendi dei parlamentari! A tutt’oggi i parlamentari continuano a percepire la scandalosa (per i 5Stelle) cifra di 13939 euro al mese. Per la precisione: 5346 netti di stipendio + 3503 di diaria + 3690 di “spese di mandato” + 1400 per telefoni e trasporti. Tutto esattamente come prima
- seconda promessa: togliamo i vitalizi ai politici! Scoperto che non era possibile toglierli, sono stati ricalcolati con una delibera contestatissima e ad altissimo rischio di annullamento solo per gli ex deputati e non per gli ex senatori.
- tagliamo 30 miliardi di sprechi per darli alle famiglie a chi ha bisogno! A tutt’oggi di una qualsiasi spending review non è rimasta alcuna traccia non dico nei fatti, ma neppure nei programmi del governo; le riforme verranno fatte tutte a debito, esattamente come in tutti i precedenti governi.
Una prova ulteriore che tra il dire e il fare… c’è la differenza tra un politico e uno statista. L’uno si preoccupa di conquistare voti e si rivolge alla sua parte politica, l’altro di governare un paese coinvolgendo tutti i cittadini.
È un passaggio essenziale per ogni uomo politico che deve non solo presentare progetti e programmi, ma anche portarli a compimento
di Angelo Gazzaniga