Certi atteggiamenti dei politici non cambiano mai!
Ci stavamo avvicinando alle elezioni e tra poco avremmo potuto assistere a una delle più rapide e veloci metamorfosi umane.
Prima delle elezioni l’uomo politico, cioè il candidato, è l’uomo più disponibile, affabile e cortese che ci sia. Chi di noi non ha mai avuto occasione di incontrare qualche candidato: sempre presente a tutti i convegni e dibattiti, pronto a offrire la propria disponibilità e simpatia per venire incontro alle nostre richieste, largo di promesse di futuri incoraggiamenti eccetera.
Una volta (se mai) eletto, ecco la repentina metamorfosi del nostro: difficile vederlo a qualche convegno, se ci arriva se ne va dopo un po’ adducendo improvvisi e improrogabili impegni di governo, se lo si incontra casualmente in ascensore o in corridoio finge di non conoscerci oppure ha una fretta terribile e tutto si risolve in un veloce saluto…
Visto così sembrerebbe solamente una simpatica e inopinata mutazione, ma in effetti nasconde un problema assai più grave e profondo: il distacco tra il rappresentato (il cittadino) e il suo rappresentante (l’eletto). Per il politico il cittadino che lo vota (o almeno lui lo spera) rappresenta solamente un voto da ottenere e non qualcuno che vuole affidare richieste, speranze, proposte a chi ha il compito di rappresentarlo nelle sedi istituzionali.
Ma non è sempre stato così: un uomo politico di lunghissimo corso e che ha avuto cariche politiche di tutti i tipi come Giulio Andreotti non ha mai mancato a un impegno: quello di farsi trovare tutti i venerdì pomeriggio nel suo ufficio per ascoltare gli elettori del suo collegio; e ancora adesso in quelle che sono le democrazie di riferimento (Gran Bretagna e USA) un dei compiti principali di un candidato è quello di andare porta a porta a farsi conoscere e ad ascoltare i suoi elettori.
Impossibile da realizzare anche in Italia. No, sarebbe sufficiente quello che Libertates propone da sempre: un sistema elettorale che preveda primarie obbligatorie e garantite per ogni candidatura. In questo modo ogni elettore potrebbe scegliere il proprio candidato, votare il programma che preferisce e soprattutto controllare che l’eletto mantenga quello che ha promesso.
di Angelo Gazzaniga