Il 22 ottobre, il Lombardo-Veneto voti sì

Data:


Bruno Rota, direttore generale dell’Atac, l’azienda dei trasporti di Roma, afferma sconsolato che “la situazione è pesantemente compromessa e minata, in ogni possibilità di rilancio organizzativo e industriale”. Il debito è di 1,3 miliardi di euro.
Chi prima o poi ripagherà tale debito e finanzierà il rilancio dell’Atac? Molto probabilmente – visto che il Comune di Roma è pesantemente indebitato – sarà lo Stato, coi soldi pubblici, ossia quelli dei contribuenti.
Nel 2008 il debito pregresso di Roma, più di 15 miliardi di euro, è stato affidato a una gestione commissariale. La società che lo governa riceve dallo Stato circa 300 milioni di euro l’anno. Gli italiani, negli ultimi nove anni, hanno già versato quasi tre miliardi per sostenere il debito della città di Roma.
Dispiace per il singolo cittadino romano, ma Roma non merita i privilegi di capitale perché non dà quasi niente in cambio di ciò che riceve: basta fare il confronto con la funzionalità, la pulizia, i trasporti di Berlino, Londra e Parigi. Nessuno, a partire da Milano, la capitale economica per merito e non per soldi dei contribuenti, la invidia. Tutto ciò – al di là del dispiacere per i romani – sarà ulteriore impulso per lombardi e veneti – che siano di destra o di sinistra non importa – a votare sì al referendum consultivo per l’autonomia del 22 ottobre. Si rifletta su un dato: ogni cittadino lombardo, neonati e ultracentenari inclusi, dà in solidarietà al resto del Paese oltre 5.500 euro l’anno. A ciò – che naturalmente è un record: ci sono Regioni i cui cittadini danno zero euro – corrispondono strade con buche, accoglimento da primato di migranti, scarsa sicurezza sul territorio, scuole senza riscaldamento. Il federalismo e la sua declinazione fiscale sono cardini di una democrazia evoluta al pari dell’elezione diretta: l’individuo è al centro di tutto, è lui la democrazia, conosce quasi di persona chi elegge, vuole che le tasse che paga, risultato del suo lavoro, si traducano in servizi sul suo territorio. Altro principio è la liberta: si tolga, prima o poi, quel verso “Italia schiava di Roma”, dall’inno nazionale. Nella Repubblica italiana tutti sono liberi, nessuno è schiavo di nessuno, a maggior ragione simbolicamente.

di Ernesto Vergani

wp_user_avatar
Libertateshttps://www.libertates.com
Libertates è un blog di cultura liberale e democratica, valori nei quali crediamo ed intendiamo promuoverli nella società civile.

Share post:

Iscriviti alla nostra newsletter

Recenti

Ti potrebbe interessare anche...
Libertates

CHI DI POPULISMO FERISCE…

La Le Pen invoca la violazione della democrazia perché è stata esclusa per cinque anni dalla possibilità di essere eletta. Riconosciuto come valido il… di Guidoriccio da Fogliano

ATTENTI A INTERNET

Una storiella divertente quanto istruttiva: il Comune di Cizzolo (vicino a Viadana) decide di rifare le targhe stradali. Fin qui niente di male, anzi; ma cosa si è scoperto?… di Guidoriccio da Fogliano

QUANDO IGNORANZA E STUPIDITA’ SI INCONTRANO

Nel quadro della lotta scatenata da Trump, ministri e loro sodali a tutto cio che non è “macho bianco” in prima linea… di Guidoriccio da Fogliano

MA QUANTE UNICREDIT CI SONO?

Unicredit fa un’offerta per prendere la maggioranza di Commerzbank in Germania e viene stoppata (almeno a parole) dai politici che… di Guidoriccio da Fogliano