Il fatto che il mercato si auto-regoli non è solo una leggenda
Non c’è dubbio che il successo delle compagnie low cost sia dovuto in gran parte alla politica di prezzi bassi la loro praticata: politica che è dovuta non solo alla standardizzazione dei modelli, all’efficienza dei sistemi gestionali a una intelligente politica commerciale, ma anche e soprattutto alla politica degli stipendi bassi da loro praticata.
Infatti queste compagnie operano (e la Ryanair ne è stata l’apripista) utilizzando contratti di lavoro stipulati in Paesi ove le tutele sono minori (ad esempio l’Irlanda), utilizzando a man bassa contratti a termine con condizioni capestro, scaricando tutti i costi possibili sugli equipaggi (alla Ryanair le hostesses devono pagarsi anche la bottiglietta d’acqua che bevono in volo; e questo è solo uno dei tanti esempi…).
Contro questa situazione ci sono state denunce, interventi dei sindacati, appelli vari: tutti caduti nel vuoto.
Le compagnie hanno continuato con questa politica che indubbiamente presenta il lato più negativo del libero mercato; quando non si pongono (e non si possono) porre limitazioni o regole esso tende a scivolare nel “mercato libero”, cioè in quel mercato in cui vince il più forte, il più furbo e spesso il più potente a danno dei più deboli.
Ma ecco la sorpresa: è lo stesso libero mercato a porre un limite e un freno a questi eccessi: la ripresa ha aumentato la richiesta di piloti e molti di loro hanno scelto di lavorare con compagnie che assicuravano migliori garanzie o migliori stipendi.
La Ryanair ha dovuto adeguarsi offrendo addirittura un premio a quelli che rimanevano.
Da tutto ciò un’ulteriore dimostrazione che il libero mercato è meglio del dirigismo e della regolamentazione: pone rimedio alle storture del sistema (che esistono e sono gravi) in modo più rapido ed efficiente
di Angelo Gazzaniga