La certezza del diritto è sempre stata uno degli elementi fondamentali di uno stato moderno: i cittadini devono sempre sapere cosa si può fare e cosa non si può fare. In questo campo c’è anche una delle principali differenze tra sistema democratico e sistema totalitario: nel primo è permesso fare tutto tranne ciò che è vietato, nel secondo tutto è vietato tranne ciò che è permesso.
Nel caso Salis la certezza del diritto è mancata in almeno due casi:
- dalla parte della Salis si è sostenuto che il debito che aveva nei confronti dell’Aler era giustificato dal fatto che erano spese per un appartamento occupato e che l’occupazione di uno stabile era giustificata da uno stato di necessità. Dimenticando così un’altra differenza fondamentale tra una democrazia e una dittatura. Nella prima non è consentito violare una norma perché esiste la possibilità di modificarla attraverso le procedure democratiche o di controllarne l’applicazione attraverso una Corte superiore di giustizia, mentre in una dittatura è consentito violare una legge in quanto posta a giudizio insindacabile del dittatore
- d’altro canto l’Aler è un ente pubblico e in quanto tale i suoi soldi sono soldi dei cittadini e quindi non ha alcun diritto di decidere come gestirlinon . O era un credito senza basi giuridiche solide e allora non aveva nessun senso tenerlo in bilancio (facendo un falso in bilancio) oppure era un credito esigibile e allora l’ente doveva perseguire il creditore (la Salis) ai termini di legge.
Non esistevano altre soluzioni in uno Stato di diritto: altrimenti si scivola in una situazione in cui le norme si applicano o meno a seconda delle circostanze e degli interessi del momento: un piccolo ma significativo passo indietro nella certezza del diritto e cioè nella democraticità di un Paese.
di Angelo Gazzaniga