Sono i partiti a rinchiudersi sempre piu’ in un’area protetta e inaccessibile ai comuni cittadini, sordi ai venti dell’antipolitica che fuori soffiano sempre piu’ forti, timorosi di perdere i privilegi, disposti a rinunciare si’ e no a qualcosa pur di conservare il grosso della torta.
La difesa “ideologica” dei finanziamenti di Stato, di fronte alle malversazioni e all’insofferenza dell’opinione pubblica, testimoniano una totale incapacità, ormai, di cogliere gli umori popolari.
Il tentativo di imporre una riforma elettorale ultra-partitocratica e neoproporzionalistica, e’ un’altra testimonianza dell’involuzione. L’adattarsi a pochi, insignificanti ritocchi delle proposte avanzate dal governo tecnico in tema di privatizzazioni, tasse, lavoro, giustizia, sembra indicare una ormai inarrestabile perdita da parte dei partiti di status e di potere. Infine, la chiusura ermetica alle associazioni di cittadini- tra essi, spiace rilevarlo, ci siamo anche noi Comitati per le Liberta’ – ci riporta ai tempi piu’ bui della Prima Repubblica.
E’ l’ABC della politica, quella che prende il nome dai tre segretari sempre piu’ sovrapponibili, Alfano, Bersani e Casini, a non convincere. Una partitocrazia senza partiti, una maggioranza senza il coraggio di esserlo e’ il degno contraltare di un governo del Presidente senza un Presidente eletto dal popolo.
Manca, drammaticamente, quella carica di rinnovamento ideale, oltre che di idee, capace di garantire legittimita’ alla politica del cerchio magico.
O ci pensano i politici ancora disposti a osare, a scardinare questa logica, o verra’ il tempo dei Grillo, del qualunquismo girotondino e delle manette dipietriste al potere. Noi dei Comitati nel frattempo sappiamo da che parte stare: quella dei cittadini.
Gaston Beuk